Periodo difficile per il nostro Presidente del Consiglio
Matteo Renzi, che escludendo i membri del governo fedelissimi a lui, molti
“altri” sembrano remargli contro o comunque essere in discordanza con lui, da
alcuni esponenti di spicco del suo stesso partito del PD fino a funzionari
europei.
Infatti, molti personaggi di una certa rilevanza del
Partito Democratico, da Civati e Cuperlo fino alla “vecchia guardia”, non gli
va proprio giù il Jobs Act di Matteo Renzi, ed in particolare la parte che
riguarda l’abolizione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, che è,
ancora per il momento, una garanzia a tutela del lavoratore. Su quest’ultimo
argomento si sta battendo duramente la CGIL di Susanna Camusso, che nella
manifestazione del 25 ottobre scorso ha portato nelle piazze della capitale romana
un milione di persone, tra cui anche gli esponenti del PD in disaccordo e quasi
in rottura con Renzi, appunto Civati e Cuperlo.
Probabilmente non tutti i simpatizzanti dell’ala
dissidente del PD hanno torto, come pure la CGIL della Camusso e la FIOM di
Landini, che difendono con fermezza l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori.
Non è quello il problema della causa della disoccupazione italiana, ma sono altre
le cause, quali in primis il costo del lavoro, la burocrazia, la giustizia "interminabile" e la politica
stessa che dovrebbe unicamente svolgere il solo indirizzo politico
e lasciare agli organi ed
enti competenti l’indirizzo amministrativo e gestionale senza intromettersi
ogni volta..... ma limitandosi ad adottare leggi chiari senza “alibi e contaddizioni" di nessun tipo.
L’abolizione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, a detta di molti, renderebbe invece il lavoro ancora più precario, ed hanno ragione, ma cosa ancora più grave, renderebbe il lavoratore “ricattabile. Inoltre il datore di lavoro avrebbe piena scelta arbitraria, e quando non gli va più a genio un lavoratore, oppure perché gli viene segnalato di prendere un nuovo lavoratore “raccomandato”, non gli sarà difficile licenziare qualcuno per sostituirlo con il “raccomandato” di turno.
L’abolizione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, a detta di molti, renderebbe invece il lavoro ancora più precario, ed hanno ragione, ma cosa ancora più grave, renderebbe il lavoratore “ricattabile. Inoltre il datore di lavoro avrebbe piena scelta arbitraria, e quando non gli va più a genio un lavoratore, oppure perché gli viene segnalato di prendere un nuovo lavoratore “raccomandato”, non gli sarà difficile licenziare qualcuno per sostituirlo con il “raccomandato” di turno.
Quindi, prima di abolire l’articolo 18 dello statuto dei
lavoratori, è necessario valutare attentamente quello che si sta per fare,
altrimenti si fa un regalo davvero grosso alle imprese dopo aver fatto per anni
regali alle banche.
Fuori dalle nostre frontiere, se il Jobs Act non piace
agli italiani, trova invece “stranamente” favorevole l’appoggio delle
istituzioni europee, che però non hanno accettato facilmente la Legge di
Stabilità presentata dal Governo Renzi il mese scorso, ma soprattutto
l’atteggiamento del premier italiano, che “sembra” dico “sembra”, non vorrebbe
piegarsi agli “ordini” della Commissione Europea.
Ed ecco così sorgere altri nemici per Matteo Renzi, perché
il suo modo di fare non va proprio giù ad alcuni componenti della Commissione
Europea che disapprovano questo atteggiamento del nostro Presidente del
Consiglio, criticato anche aspramente dallo stesso Presidente della Commissione
Europea Jean-Claude Junker.
Ma i nemici ed i guai per sir Renzi sembrano non finiscano
qui…. Notizie di quest’ultimi giorni è che l’alleato numero “uno” Silvio
Berlusconi, che mantiene in piedi il governo Renzi, abbia intenzione di
prendere sempre più distanze dal premier italiano, se quest’ultimo non
rispetterà il Patto del Nazareno siglato all’inizio dell’anno, sulla riforma della
nuova legge elettorale denominata Italicum, patto che adesso sembra
scricchiolare dopo l’incontro non proprio esaltante tra i “due” nella settimana
appena finita.
Infine, a molti italiani, come dimostrato dalle ultime manifestazioni
che ci sono state, non piacciono molte iniziative che intende adottare il
governo Renzi nella Legge di Stabilità, non solo l’abolizione dell’articolo 18
dello Statuto dei Lavoratori citato in precedenza, ma nemmeno alcuni
provvedimenti contenuti nel Decreto Sblocca-Italia con cui il governo italiano vorrebbe
provvedere direttamente, scavalcando Regioni e Comuni, all’adozione di atti di
autorizzazione nel campo energetico, senza considerare le esigenze ed i
pericoli per le popolazioni locali interessate.
Per chiudere questo post, vorrei ricordare al governo
Renzi che mancano meno di due mesi alla fine della Presidenza di turno del
Consiglio dell’Unione Europea presieduta appunto dall’Italia, e sarebbe curioso
sapere su che cosa si è battuto ed ha ottenuto il nostro governo in questo nostro
semestre europeo.
Alla prossima
Dite la vostra!
Per Cambiare la Nostra
Italia
Roberto Di Stefano