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mercoledì 30 settembre 2020

Vincitori e vinti alle elezioni amministrative e al referendum del 20 e 21 settembre 2020

Oltre al Referendum, lo scorso 20 e 21 settembre, si sono svolte anche le elezioni amministrative in alcune Regioni ed in diversi Comuni italiani. Da queste elezioni “quasi” tutte le parti politiche esultano della vittoria, quando in effetti c’è stato un sostanziale pareggio tra i partiti del centro destra e quelli del centro sinistra.

Ma vediamo vincitori e vinti di quest’ultima tornata elettorale.

La destra di Matteo Salvini che aveva annunciato e previsto, da sondaggi come al solito taroccati e di parte (Sondaggi “falsi e ingannevoli”?)  e dai media, che avrebbe fatto l'en plein (cioè un cappotto 7 a 0), "gongola" ma in realtà ha solo conquistato una Regione in più le Marche.  

La sinistra di Nicola Zingaretti “esulta” di aver ottenuto un gran risultato, ma ha solo evitato la sconfitta, grazie soprattutto ad alcuni governatori regionali. E’ già il PD avanza pretese nel governo…. Mi ricorda la Lega l’anno scorso dopo le elezioni europee, e sappiamo come andò a finire.

L’altra sinistra Italia Viva di Matteo Renzi “gioisce” per aver ottenuto quasi il niente!

L’unico diciamo a poter esultare di aver “vinto” perché è cresciuto nei consensi è il partito Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che però lei come gli altri non deve confondere le elezioni amministrative locali con le elezioni politiche nazionali che sono tutt’altra cosa, come si dice…. Tutta un'altra partita!

Gli “unici” ad ammettere di aver perso, ed ancora una volta sono gli “unici” coerenti, sono quelli del Movimento 5 Stelle, che come si sa alle elezioni amministrative locali vanno sempre male al di là di qualche eccezione (vedi Roma e Torino) e non è poco.

Vedremo al prossimo post perché alle amministrative il M5S non riesce mai ad eguagliare e nemmeno lontanamente ad avvicinarsi ai risultati che invece ottiene alle elezioni politiche nazionali.

Il Movimento, però, può solo rallegrarsi per la gran vittoria ottenuta nel referendum sul taglio del numero dei parlamentari (Referendum confermativo del 20 e 21 settembre 2020 sul taglio del numero dei parlamentari – La vittoria del SI) che era uno dei punti cardine del loro programma, mentre a tutti gli altri partiti politici questa vittoria del SI fa un po’ rabbia ed hanno sperato fino alla fine, ma inutilmente, in un risultato diverso. 

Terminando questo post, non dobbiamo confondere le elezioni amministrative “locali” con le elezioni politiche “nazionali” che sono tutt’altra cosa. Che quindi questo voto non legittima e non delegittima un bel niente come più di qualcuno sostiene (In risposta a Paolo Liguori su un Governo delegittimato dopo il voto del 20-21 settembre 2020), perché ha coinvolto solo una piccola parte degli elettori italiani, poiché ha riguardato alcune amministrazioni locali, dove le votazioni sono più sentite dalle persone che le vivono, mentre quelle nazionali hanno risvolti diversi nei tempi e nei modi perché più su larga scala.

Ecco i motivi sul perché il M5S alle elezioni amministrative va quasi sempre male: "Perché il Movimento 5 Stelle non vince quasi mai alle elezioni amministrative?"

Alla prossima allora!

Cambiamo La Nostra Italia
Roberto Di Stefano

sabato 26 settembre 2020

In risposta a Paolo Liguori su un Governo delegittimato dopo il voto del 20-21 settembre 2020

Questo post vuole essere una risposta al giornalista Paolo Liguori che ha affermato in una sua analisi che l’esito del voto delle votazioni del 20-21 settembre 2020 delegittima Parlamento, M5s e anche il voto del popolo.

Quindi se dopo ogni voto amministrativo “locale”, che ormai ci sono annualmente, non vincono i partiti che sono al governo, in questo caso partiti di centro e sinistra, secondo il noto giornalaio ops… scusate giornalista Paolo Liguori (Elezioni, l'analisi di Paolo Liguori: "Esito delegittima Parlamento, M5s e anche il voto del popolo"), il governo è delegittimato quindi bisogna andare alle urne per un voto politico nazionale?

Diciamo allora che andiamo subito alle urne per un voto politico “nazionale”, è supponiamo che vincono i partiti di destra. Qualche mese dopo ci sono altre elezioni amministrative “locali”, è supponiamo che stavolta vincono i partiti di centro e di sinistra. Perché come si sa gli italiani sono dei nomadi elettori (Elezioni Europee 2019 - Gli errori del Movimento 5 Stelle ed i “nomadi elettori”) che hanno il vizio di cambiare spesso idea votando ogni volta partiti diversi indipendentemente dalle proprie convinzioni politiche, ma facendosi condizionare facilmente "dall'oratore" di turno e dai sondaggi persuasivi (Sondaggi “falsi e ingannevoli”?). Allora che facciamo mio caro e famoso giornalaio ops… scusate giornalista, andiamo di nuovo alle urne per nuove elezioni politiche “nazionali”?

Cioè secondo molti giornalai… ops scusate giornalisti vip, come Paolo Liguori ed il nuovo appena arrivato Carlo De Benedetti con il suo giornale il “Domani”, è molti altri che si conoscono, il voto amministrativo “locale” di una parte di popolazione delegittima un governo eletto a maggioranza con votazione politica “nazionale” ma da tutti gli elettori italiani che hanno votato?

La domanda nasce spontanea… Che senso ha il mio voto alle politiche “nazionali” se dopo qualche mese in una votazione amministrativa “locale” quale una Regione o un Comune non miei, vincono partiti che non sono al governo, che ho votato o non votato non importa perché sono stati votati comunque dalla maggioranza degli elettori italiani in una votazione POLITICA NAZIONALE, ma secondo questi giornalai, perché sono dei giornalai, il governo nazionale viene delegittimato da una votazione amministrativa?

Un'altra domanda nasce spontanea… Allora perché non valere anche il contrario?

Quando ci sono le votazione politiche “nazionali” non vengono delegittimate anche le amministrazioni locali nel caso vincano partiti o movimenti non della stessa corrente politica rispetto a quelli che governano queste amministrazioni? In questo caso sarebbe più ovvio, la legittimazione o meno per ragioni di gerarchia. Quindi quando alle elezioni politiche nazionale del marzo 2018 vinse con quasi il 35% dei consensi il Movimento 5 Stelle (Perchè M5S è l’UNICO VINCITORE delle Elezioni Politiche italiane del 4 marzo 2018), dovevano cadere perché delegittimate anche le amministrazioni governative locali Regioni e Comuni non amministrate dai “grillini”?

Ah poi…  ricordo al giornalaio Piero Liguori ed altri della stessa linea che il referendum per la riduzione del numero dei parlamentari l’ha voluto fortemente il Movimento 5 Stelle, gli altri si sono accodati per non perdere la faccia, ma che hanno sperato nella vittoria del NO,  invece ha visto l’affermazione del SI con quasi il 70% delle preferenze dell’oltre 50% degli elettori “nazionali” non solo di qualche Regione o qualche Comune, che sono andati alle urne (Referendum confermativo del 20 e 21 settembre 2020 sul taglio del numero dei parlamentari – La vittoria del SI non è una vittoria populista ma una vittoria democratica), allora si dovrebbe pensare che la maggioranza degli italiani hanno legittimato il Movimento e questo governo e non delegittimato, mio caro giornalaio Liguori & Co!

Al prossimo post parleremo di vincitori e vinti delle votazioni del 20-21 settembre 2020.

Ultimo aggiornamento 28 settembre 2020

Cambiamo La Nostra Italia
Roberto Di Stefano

mercoledì 23 settembre 2020

Referendum confermativo del 20 e 21 settembre 2020 sul taglio del numero dei parlamentari – La vittoria del SI non è una vittoria populista ma una vittoria democratica

Il referendum confermativo di domenica 20 e lunedì 21 settembre 2020 sul taglio del numero dei parlamentari ha visto una vittoria schiacciante e significativa del SI del 70% contro il 30% dei NO, con una buona affluenza alle urne di poco più del 50% (Risultati dal sole24ore) nonostante la crisi sanitaria dovuta al covid19.

Tale riforma dovrà essere intesa non solo come risparmio economico dello Stato ma soprattutto volta a migliorare l’efficienza del Parlamento italiano (Referendum confermativo del 20 e 21 settembre 2020 sulla riduzione del numero dei parlamentari - Il SI per l'efficienza del Parlamento e non per il risparmio economico).

Molti erano coloro che remavano contro questa riforma, come la maggior parte dei politici sia di destra che di sinistra, che facevano finta di essere a favore davanti alle telecamere ma sotto sotto erano contrari e probabilmente nella cabina elettorale hanno invece votato contro. Contro erano anche quasi tutti quei giornaloni sia di destra che di sinistra ed altri media, che hanno bollato questa riforma come una riforma populista soprattutto perché voluta ed insistita a tutti i costi dal Movimento 5 Stelle, che come sappiamo hanno solo nemici ed antipatie.

Adesso con la vittoria del referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari, i nemici al Movimento saranno molto di più e più accaniti.

Questa riforma tanta attesa era stata promessa decenni fa dai partiti tradizionali italiani ma mai attuata come molte altre promesse, ma dovevano arrivare i "grillini" per mettere in pratica quanto solo promesso al popolo italiano.                

Si dovrebbe dare atto alla coerenza del movimento 5 stelle di aver lottato con caparbietà per realizzare uno dei tanti punti del loro programma promesso agli elettori. Si ricorda che in tema politico il M5S, oltre al taglio del numero dei parlamentari approvato con quest’ultimo referendum del 20 e 21 settembre, ha tagliato lo scorso anno anche i vitalizi come promesso, decisione poi annullata lo scorso giugno dalla Commissione del Senato costituita da membri dei partiti di destra e di sinistra e nessuno del M5S, Commissione che intende ripristinarli.

Eppure, questa riforma sulla riduzione del numero dei parlamentari appena approvata dal referendum confermativo in questo mese, va anche a discapito proprio del M5S, perché?

Qual è la flotta di parlamentari attuali (deputati e senatori) più numerosa? Quella del movimento 5 stelle! Quindi i parlamentari del Movimento, oltre aversi ridotto lo stipendio appena insediati, rinunciato ai vitalizi, adesso con l’approvazione della riforma del taglio del numero dei parlamentari, alle prossime elezioni politiche vedranno diminuirsi anche loro il numero dei loro rappresentati in Parlamento. 

Questo dimostra la buona fede del M5S, che ha commesso e commetterà speriamo sempre meno errori, ma che agisce non per propri interessi ma nell’interesse di tutti, anche a discapito loro mettendo a rischio la sopravvivenza stessa del Movimento, proprio perché come più volte detto si crea solo nemici non solo politici, ma anche di giornalisti, di critici, dei media, e dei sondaggi che sono sempre stati contro il Movimento al solo scopo di danneggiarli e di condizionare la scelta degli italiani (Sondaggi “falsi e ingannevoli”?), solo perché i “grillini” cercano di realizzare provvedimenti popolari e non “populisti” come i media vogliono far passare.

E’ c’è gente che ancora oggi si ostina a credere a tutte le frottole che si raccontano sia sulla carta stampata che nei notiziari tv e talk show televisivi, che non fanno altro che attaccare e screditare il Movimento 5 Stelle come movimento populista ed incompetente…... Ma onesto, “stranamente” non lo dice nessuno…. chi sa il perché! 

Alla prossima

Ultimo aggiornamento 26 settembre 2020

Cambiamo La Nostra Italia
Roberto Di Stefano


mercoledì 16 settembre 2020

Referendum confermativo del 20 e 21 settembre 2020 sulla riduzione del numero dei parlamentari - Il SI per l'efficienza del Parlamento e non per il risparmio economico

Domenica 20 e lunedì 21 settembre 2020 si vota il seguente quesito:       
   
«Approvate il testo della legge costituzionale concernente "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari", approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.240 del 12 ottobre 2019?»      
    
per decidere se confermare o meno la riduzione del numero dei parlamentari. SI per confermare la riduzione del numero dei parlamentari e NO per far rimanere tutto come adesso mantenendo i quasi 1000 parlamentari (deputati e senatori) attuali. 

Essendo un referendum confermativo non sarà necessario raggiungere nessun quorum, ed il testo del referendum viene o non viene approvato anche con la differenza di un solo voto.

Questo è un taglio tanto atteso e richiesto da decenni sia da diverse forze politiche che dai cittadini, quindi o lo si farà adesso o non lo si farà più!

La scelta convinta del SI per il taglio del numero di deputati e senatori del Parlamento italiano, non deve essere considerata una scelta populista o una ripicca o punizione verso i politici, o intesa come una scelta per avere un risparmio economico del costo delle istituzioni. 

Ma questa riduzione del numero dei parlamentari invece deve essere orientata ad avere un Parlamento più efficiente e responsabile, oltre che più competente e significativo, rispetto al Parlamento attuale e degli anni passati, caratterizzato troppo spesso da assenteisti incompetenti sia "vip" che perfetti "sconosciuti"! Quest'ultimi "perfetti sconosciuti" alla maggior parte degli elettori italiani, inseriti in liste che trascinano anche eletti a cui non è stata data alcuna preferenza, ma che passano grazie al fatto di essere presenti sulle liste elettorali dei loro partiti secondo un ordine prioritario che stabiliscono i capi del loro schieramento, con la possibilità di essere appunto eletti in rapporto ai voti complessivi ottenuti dai loro partiti ai quali vengono assegnati ulteriori seggi previsti dall'attuale legge elettorale, così da diventare parlamentari e limitarsi ad eseguire e fare il minimo indispensabile agli ordini dei loro partiti, ma con la possibilità di accedere subito ai grandi benefici, dai vitalizi ai pensionamenti anticipati con pochi anni di legislatura.      
     

Il referendum del 20 e 21 settembre 2020 prevede una riduzione degli attuali deputati della Camera dei Deputati da 630 a 400 e dei senatori del Senato della Repubblica da 315 a 200.

Io avrei tagliato molto di più, riducendo i parlamentari del 50% e non solo del 35% per mandare in Parlamento un numero di rappresentanti responsabili adeguato e proporzionato come è nella maggior parte delle democrazie degli altri paesi, per un Parlamento più produttivo e legislature più durature, modificando anche alcune regole per evitare i frequenti cambi di casacca del passaggio di parlamentari da destra a sinistra e da sinistra a destra, a chi offre di più, pensando solo alle poltrone, mettendo ogni volta in bilico la “sopravvivenza” di un governo.     
  
Se poi è vero che nel Parlamento italiano ogni volta è una lotta ed una guerra per approvare o fare delle leggi, allora la domanda nasce spontanea......

Chi preferite mandare in guerra: 1000 pecore o 100 leoni?

A voi la scelta!

Ultimo aggiornamento 19 settembre 2020

Cambiamo La Nostra Italia
Roberto Di Stefano