Con questo
post ritorno a parlare di clima e ambiente (Situazione
economica 2015 e non solo), dopo la lunga parentesi che ha
riguardato la crisi sanitaria ed economica non ancora terminata dell’epidemia o
meglio della pandemia scatenata dal nuovo coronavirus (COVID-19
"Ultime considerazioni e cronologia di un coronavirus - The SarsCoV2").
Questo post
è solo una prefazione ai successivi post che riguarderanno il problema
ambientale, che il covid-19 ha portato alla ribalta come se ci fosse una
interconnessione tra le due cose.
Perché se è
vero che da una parte il nuovo coronavirus ha provocato morte e dolore,
scombussolato le nostre abitudine di vita sia singolarmente che socialmente,
provocando gravissimi danni sanitari ed economici che in passato solo le guerre
mondiali hanno provocato, dall'altra parte il covid-19 ha avuto come effetto
positivo, imponendo il lockdown con il blocco quasi totale di ogni attività
produttiva, lavorativa e sociale in molti nazioni mondiali soprattutto le più
ricche e sviluppate che provocano più inquinamento, proprio una riduzione
tangibile di quest’ultimo, cioè una riduzione dell’inquinamento e dell’anidride
carbonica prodotta dall'attività dell’uomo.
Così in
queste diverse settimane di confinamento sociale, che mezzo pianeta ha dovuto
per forza di cose attuare, la natura ne ha beneficiato, riprendendosi alcuni
suoi spazi, con cielo più chiaro e libero dallo smog e scarichi inquinanti
causati gran parte dall'attività industriale, dal traffico degli aerei e dei
milioni di mezzi stradali a combustione, con aria più respirabile, acque dei
corsi d'acqua piccoli e grandi più limpide e cristalline, con fauna e flora
ritornate "finalmente" a respirare!
Questo
cambiamento climatico “temporaneo” positivo per l’ambiente causato dalla
pandemia del nuovo coronavirus, si è verificato già a partire dalla Cina
dove l’epidemia ha avuto inizio (Il Coronavirus
ha ridotto le emissioni di CO2 della Cina di oltre un quarto e Coronavirus e
crisi economica in Cina: inquinamento in calo) e poi nel resto del
mondo colpito successivamente dal virus (La crisi Covid-19 ha provocato un calo del
17% delle emissioni globali di CO2 e La pandemia
potrebbe tagliare del 7% le emissioni globali di CO2).
Questa lotta all'inquinamento non
doveva imporcela il coronavirus, ma doveva attuarla già l’uomo in passato,
ma ogni volta è stata rimandata per interessi puramente economici.
Però adesso
sembra arrivato il momento di affrontare questo annoso problema non più
rimandabile, come più volte ha esortato il Papa sia negli anni passati che
durante questo travagliato periodo epidemico, mettendo in primis la saluta
delle persone che è strettamente legata alla salute dell’ambiente in cui
viviamo.
Questa
pandemia del covid-19 deve essere considerata come un monitor ed un avvertimento all'umanità a salvaguardare
l’habitat in cui vive, perché questo passo decisivo o lo si fa adesso o non lo
si farà più, con il rischio che un prossimo evento disastroso, <chi sa
quale, chi sa quando, chi sa come>, la natura potrà essere ancora più
brutale e crudele, visto gli incessanti avvertimenti che continua ad inviarci
per farci cambiare strada, che noi tutti sistematicamente ignoriamo
riducendoli, perché ci fa comodo, al normale corso degli eventi.
Cambiamo La Nostra
Italia
Roberto Di Stefano
Roberto Di Stefano