Inizio questo nuovo anno non con un
mio post, ma con un commento di un utente che ho letto su un sito di news, sul
quale commento mi sono ritrovo abbastanza d’accordo su quasi tutto.
Il commento lo letto sul sito di news
di Tiscali al seguente link http://notizie.tiscali.it/esteri/articoli/Attentati-di-Parigi-cinture-esplosive-fabbricate-in-casa-a-Bruxelles/
notizia che riguarda la quotidiana lotta contro il
terrorismo internazionale ormai rappresentato dall’ISIS.
Riporto integralmente tale commento, della
settimana scorsa, che è anche un appello a partecipare alla Manifestazione del prossimo 16 gennaio 2016
contro la Guerra.
Commento
Dino Elle
SE 25 ANNI DI GUERRA VI SEMBRANO POCHI
A tutte
e tutti coloro che rifiutano la guerra gli interventi militari il commercio
delle armi
Il
16 gennaio 2016 saranno esattamente 25 anni dai primi bombardamenti USA nella
prima guerra d’Iraq, con i quali si è dato avvio a quella terza guerra mondiale
a pezzi di cui ha parlato Papa Francesco. Questa guerra giustificata per
esportare la democrazia e combattere il terrorismo è invece cresciuta su se
stessa trascinando tutto il mondo in un piano inclinato che non pare avere
fine.
La guerra non è la risposta al terrorismo, che invece alimenta, ma viene generata da sporchi interessi per sporchi affari, dallo scontro sulle fonti energetiche, dai conflitti di potenza, dalla vendita delle armi.
Tutto questo mentre dilagano e si accrescono ingiustizia sociale, miseria, fame, emarginazione e oppressione, neocolonialismo, che fanatismo e terrorismo usano per i loro progetti reazionari.
La guerra non è la risposta al terrorismo, che invece alimenta, ma viene generata da sporchi interessi per sporchi affari, dallo scontro sulle fonti energetiche, dai conflitti di potenza, dalla vendita delle armi.
Tutto questo mentre dilagano e si accrescono ingiustizia sociale, miseria, fame, emarginazione e oppressione, neocolonialismo, che fanatismo e terrorismo usano per i loro progetti reazionari.
L’Isis
è una creatura dell’Occidente e degli attuali regimi turco e saudita forse
sfuggita di mano ai creatori, e dietro la guerra al Califfato dilaga lo scontro
tra sunniti e sciti in tutto il Medio Oriente, scontro che se non fermato può
davvero portare ad un conflitto di proporzioni devastanti.
Intanto restano irrisolte, anzi si aggravano le due principali ingiustizie del Medio Oriente, la negazione del diritto al popolo palestinese di avere un suo libero stato e l’oppressione e divisione analoga verso il popolo curdo.
Intanto restano irrisolte, anzi si aggravano le due principali ingiustizie del Medio Oriente, la negazione del diritto al popolo palestinese di avere un suo libero stato e l’oppressione e divisione analoga verso il popolo curdo.
Dopo
25 anni di disastri della guerra sarebbe ragionevole dire basta, invece dopo le
stragi terroriste di Parigi si vuole portare l’Europa ad una furia bellicista
che porterà solo nuovi danni e nuovi lutti.
C’è un legame oramai evidente tra la grande crisi economica e la guerra. Per questo la guerra ha molte facce e molti fronti, inclusi quelli che stanno portando allo stato d’emergenza e alla restrizione della democrazia in molti paesi.
Spesso la risposta bellica agli attentati ha fini elettorali interni ai paesi. Così si adottano misure autoritarie e liberticide che colpiscono al cuore le democrazie europee, già piegate da anni di politiche di austerità e di controriforme autoritarie. Lo stato di emergenza in Francia non colpisce il terrorismo ma i diritti civili e sociali, e prefigura gli orrori di una Guantanamo europea .
L’Unione Europea che impone politiche di massacro sociale nel nome della riduzione del debito, ora autorizza a superare i vincoli del rigore per le spese di guerra. Un ospedale non si può costruire in deficit, ma un carro armato sì. E, mentre i migranti sono vittime delle “nostre guerre”, la politica di guerra li usa per alimentare lo spirito securitario e xenofobo che colpisce migranti quanto ogni forma di dissenso.
C’è un legame oramai evidente tra la grande crisi economica e la guerra. Per questo la guerra ha molte facce e molti fronti, inclusi quelli che stanno portando allo stato d’emergenza e alla restrizione della democrazia in molti paesi.
Spesso la risposta bellica agli attentati ha fini elettorali interni ai paesi. Così si adottano misure autoritarie e liberticide che colpiscono al cuore le democrazie europee, già piegate da anni di politiche di austerità e di controriforme autoritarie. Lo stato di emergenza in Francia non colpisce il terrorismo ma i diritti civili e sociali, e prefigura gli orrori di una Guantanamo europea .
L’Unione Europea che impone politiche di massacro sociale nel nome della riduzione del debito, ora autorizza a superare i vincoli del rigore per le spese di guerra. Un ospedale non si può costruire in deficit, ma un carro armato sì. E, mentre i migranti sono vittime delle “nostre guerre”, la politica di guerra li usa per alimentare lo spirito securitario e xenofobo che colpisce migranti quanto ogni forma di dissenso.
In
Italia da tempo i governi violano l’articolo 11 della Costituzione e il nostro
paese è sempre più coinvolto nella guerra, con la vendita di armi alle
monarchie reazionarie del Golfo, con le truppe in Afghanistan, con l’invio di
450 militari italiani in Iraq a difesa di interessi privati, con l’annuncio
dell’invio di migliaia di soldati in Libia.
Bisogna
dire basta alla guerra e alle politiche di guerra, che stanno trascinando il
mondo sul piano inclinato che porta al disastro finale.
BISOGNA
FINALMENTE RISPETTARE L’ARTICOLO 11 DELLA COSTITUZIONE, L’ITALIA RIPUDI LA
GUERRA E LE POLITICHE NEOCOLONIALI.
ESSERE NEUTRALI NELLA GUERRA E CONTRO LA GUERRA È IL SOLO MODO DI AGIRE PER FAR FINIRE LA GUERRA
ESSERE NEUTRALI NELLA GUERRA E CONTRO LA GUERRA È IL SOLO MODO DI AGIRE PER FAR FINIRE LA GUERRA
VOGLIAMO:
-Il
ritiro immediato delle truppe e l’annullamento di tutte le missioni militari
italiane in scenari di guerra. La cancellazione dell’acquisto degli F35 il
taglio delle spese militari la fine dello sporco commercio delle armi.
-La
fine degli interventi militari, dei bombardamenti, dell’ingerenza esterna
e dell’ipocrita esportazione della democrazia. Invece della concorrenza
tra i bombardieri è necessario un confronto politico che porti ad un accordo
tra tutti gli stati coinvolti nella guerra in Medio Oriente, Solo così si isola
è sconfigge il terrorismo Isis.
-La
fine della NATO che non ha più alcuna giustificazione se non in una logica
perversa di guerra mondiale e in ogni caso l’uscita da essa dell’Italia.
-La
fine della politica coloniale d’Israele , la restituzione dei territori
occupati a un stato libero di Palestina. L’autodeterminazione per il popolo
curdo.
-Accoglienza
e dignità per i rifugiati e i migranti.
IL
16 GENNAIO 2016 MANIFESTIAMO CONTRO LA GUERRA E LA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA
GUERRA PER I DIRITTI DEI POPOLI E PER LA DEMOCRAZIA
25
ANNI DI GUERRA SONO DAVVERO TROPPI ORA BASTA!
Non so VOI tutti cosa ne pensate, se siete Pro e/o Contro
la Guerra, dite la VOSTRA.
Alla Prossima
Cambiamo
La Nostra Italia
Roberto Di Stefano