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mercoledì 16 settembre 2020

Referendum confermativo del 20 e 21 settembre 2020 sulla riduzione del numero dei parlamentari - Il SI per l'efficienza del Parlamento e non per il risparmio economico

Domenica 20 e lunedì 21 settembre 2020 si vota il seguente quesito:       
   
«Approvate il testo della legge costituzionale concernente "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari", approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.240 del 12 ottobre 2019?»      
    
per decidere se confermare o meno la riduzione del numero dei parlamentari. SI per confermare la riduzione del numero dei parlamentari e NO per far rimanere tutto come adesso mantenendo i quasi 1000 parlamentari (deputati e senatori) attuali. 

Essendo un referendum confermativo non sarà necessario raggiungere nessun quorum, ed il testo del referendum viene o non viene approvato anche con la differenza di un solo voto.

Questo è un taglio tanto atteso e richiesto da decenni sia da diverse forze politiche che dai cittadini, quindi o lo si farà adesso o non lo si farà più!

La scelta convinta del SI per il taglio del numero di deputati e senatori del Parlamento italiano, non deve essere considerata una scelta populista o una ripicca o punizione verso i politici, o intesa come una scelta per avere un risparmio economico del costo delle istituzioni. 

Ma questa riduzione del numero dei parlamentari invece deve essere orientata ad avere un Parlamento più efficiente e responsabile, oltre che più competente e significativo, rispetto al Parlamento attuale e degli anni passati, caratterizzato troppo spesso da assenteisti incompetenti sia "vip" che perfetti "sconosciuti"! Quest'ultimi "perfetti sconosciuti" alla maggior parte degli elettori italiani, inseriti in liste che trascinano anche eletti a cui non è stata data alcuna preferenza, ma che passano grazie al fatto di essere presenti sulle liste elettorali dei loro partiti secondo un ordine prioritario che stabiliscono i capi del loro schieramento, con la possibilità di essere appunto eletti in rapporto ai voti complessivi ottenuti dai loro partiti ai quali vengono assegnati ulteriori seggi previsti dall'attuale legge elettorale, così da diventare parlamentari e limitarsi ad eseguire e fare il minimo indispensabile agli ordini dei loro partiti, ma con la possibilità di accedere subito ai grandi benefici, dai vitalizi ai pensionamenti anticipati con pochi anni di legislatura.      
     

Il referendum del 20 e 21 settembre 2020 prevede una riduzione degli attuali deputati della Camera dei Deputati da 630 a 400 e dei senatori del Senato della Repubblica da 315 a 200.

Io avrei tagliato molto di più, riducendo i parlamentari del 50% e non solo del 35% per mandare in Parlamento un numero di rappresentanti responsabili adeguato e proporzionato come è nella maggior parte delle democrazie degli altri paesi, per un Parlamento più produttivo e legislature più durature, modificando anche alcune regole per evitare i frequenti cambi di casacca del passaggio di parlamentari da destra a sinistra e da sinistra a destra, a chi offre di più, pensando solo alle poltrone, mettendo ogni volta in bilico la “sopravvivenza” di un governo.     
  
Se poi è vero che nel Parlamento italiano ogni volta è una lotta ed una guerra per approvare o fare delle leggi, allora la domanda nasce spontanea......

Chi preferite mandare in guerra: 1000 pecore o 100 leoni?

A voi la scelta!

Ultimo aggiornamento 19 settembre 2020

Cambiamo La Nostra Italia
Roberto Di Stefano


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