Ormai da inizio anno continuamente,
tramite radio, TV, web e giornali, veniamo avvisati che il canone annuale
dell’abbonamento alla radiotelevisione italiana a partire da quest’anno, non si
paga più tramite bollettino precompilato, ma sarà addebitato direttamente nella
bolletta della luce o meglio nella bolletta elettrica a partire dal mese di
luglio 2016, e che il costo è stato ridotto di poco più di 10 euro alla cifra
tonda di 100 euro.
Le perplessità sono tante……., per chi
deve pagare il canone RAI avendo più contratti luce registrati di varie abitazioni, o chi detiene un vecchio televisore CRT al solo scopo di conservarlo
come ricordo, ed altri casi dubbi che di sicuro spunteranno fuori nelle
settimane a venire.
Ma è giusto pagare ancora il canone
RAI?
Sulla base di quello che prevede una
vecchia norma che ha introdotto questa tassa, secondo il mio parere, contraddittoria per i nostri tempi, tale imposta oggi risulta NON più giusta.
Vediamo il perché.
Se si va sulla pagina delle FAQ sia sul sito Abbonamento RAI sia sul sito Canone RAI
alla domanda
Chi
deve pagare il canone tv?
la risposta è
Secondo quanto dispone l'Art. 1 del R.D.L. del 21/02/1938 n. 246, il canone tv dev'essere corrisposto da chiunque detenga uno o piu' apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive indipendentemente dalla qualita' o dalla quantita' del relativo utilizzo (Sentenza costituzionale 12/5/1988 n. 535 - Sentenza Corte di Cassazione 3/8/1993 n.8549).
Secondo quanto dispone l'Art. 1 del R.D.L. del 21/02/1938 n. 246, il canone tv dev'essere corrisposto da chiunque detenga uno o piu' apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive indipendentemente dalla qualita' o dalla quantita' del relativo utilizzo (Sentenza costituzionale 12/5/1988 n. 535 - Sentenza Corte di Cassazione 3/8/1993 n.8549).
Si deduce dalla risposta sopra, che è troppo generico parlare
di apparecchio atto o adattabili alla ricezione delle trasmissioni
radiotelevisive, infatti un cittadino può avere una vecchio televisore
analogico con monitor CRT senza possedere un decoder digitale terrestre e/o
satellitare, ma detenere questo televisore solo come monitor per la visione
delle vecchie videocassette analogiche tramite collegamento di un videoregistratore
oppure al solo scopo di conservarlo come cimelio o oggetto antico di
esposizione o soprammobile di ornamento.
O ancora ci sono casi dove sia con la tv analogica prima e
la tv digitale di adesso, il segnale in molte zone d’Italia non è MAI arrivato
o risulta di “cattivissima” ricezione, perché quei cittadini italiani colpiti da tale inconveniente, devono pagare un servizio “obbligatorio” imposto senza
poterne usufruirne?
Ed allora, secondo come prevede la norma, la domanda nasce spontanea…..,
Si dovrebbe pagare un canone, sulla base di cosa? Di una
presunzione di utilizzo o adattabilità? Ed
io aggiungo di presunto segnale di ricezione?
Forse la norma necessità di essere cambiata per adattarla
ai nostri tempi, affinché questo servizio venga distribuito a tutti alla
migliori condizioni economiche e di ricezione!
Ma non sarebbe meglio abolirlo? Petizione online raccolta firme Abolizione Canone RAI
Come si è fatto per la TASI sulla prima casa si dovrebbe
farlo per il canone della TV Pubblica.
Trasmettendo magari gratuitamente senza canone i canali
principali di pubblica utilità, ed eventualmente richiedere un canone giusto
per la visione di tutti gli altri canali RAI, per chi è interessato, visto che
anche i canali del palinsesto RAI ormai trasmettono la pubblicità in
continuazione, più o menò agli stessi intervalli delle TV private, quindi hanno
già un ritorno economico.
Vabbè, alla fine speriamo che davvero,
con questo metodo, che sia giusto o non
giusto…. si riuscirà a far pagare il canone a tutti quelli che detengono un
televisore “idoneo”, cioè un televisore digitale o apparecchiatura digitale per
la ricezione dei canali TV, e non come succede spesso in Italia……. Che
paga sempre il povero buono.... per i peccatori furbi.....!
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Alla Prossima
Cambiamo
La Nostra Italia
Roberto Di Stefano
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