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martedì 15 ottobre 2013

Ecco le cose che non funzionano in Italia – Stipendi (prima parte)

Mentre nella politica italiana all’inizio di questo mese è successo di tutto con la Resa dei conti tra PD e PDL ed all’interno dello stesso PDL, con l’ennesimo “ripensamento” e colpo a sorpresa di Berlusconi che mercoledì 2 ottobre ha votato la fiducia al Governo Letta, praticamente abdicando come si sente dire in giro, rafforzando in questo  modo almeno in “apparenza” la grande intesa PD e PDL, mentre le intenzione erano ben altre…. riprendo il discorso che ho iniziato nell’ultimo post di settembre Ecco le cose che non funzionano in Italia – Stipendi ed Euro .

L’argomento che tratterò in questo post saranno gli stipendi. Come già anticipato nel post precedente Ecco le cose che non funzionano in Italia – Stipendi ed Euro da quando è subentrato l’euro gli stipendi medi e della maggior parte dei lavoratori dipendenti si sono “sgonfiati”. Lo stipendio medio in genere si aggira intorno ai 1000 euro e poco più al mese, riferendomi alla maggior parte dei lavoratori dipendenti sia pubblici che privati. Stipendio, a detta di tutti, non basta il più delle volte, per arrivare a fine mese, ovviamente la situazione è diversa da soggetto a soggetto, in base alla propria famiglia ed ai propri consumi e spese. Il paradosso è che però ci siano persone che invece guadagnano migliaia di euro al mese e milioni di euro all’anno. 
E’ giusto che ogni persona guadagni in base al proprio lavoro, titoli e responsabilità, ma è ingiusto che la sproporzione tra i vari stipendi sia così esagerata. Questo incide anche sulla pensione, con persone che con quarant’anni e più di contributo prendono meno di 1000 euro al mese se va bene, altri invece prendono poco più di 500 euro di pensione al mese, rispetto poi a persone che prendono, 3,4,5 ed anche oltre i 30 mila euro al mese.

Escludendo i politici, che di sicuro non sentiranno e non toccheranno mai con mano la crisi economica che stiamo vivendo tutti, per gli stipendi esagerati prima e pensioni strabilianti dopo che percepiscono, di cui si è parlato e riparlato. Ci sono molti altri che incassano guadagni enormi che fanno raccapricciare chi guadagna 1000 euro al mese. Infatti ci sono presidenti e dirigenti di Enti Statali, Corte di cassazione, Corte Costituzionale, Magistratura, capi e dirigenti delle forze armate, ma anche di molte società pubbliche e parastatali, che guadagnano in un anno quello che guadagna un lavoratore dipendente in 30-40 anni.

Questa è giustizia economica?
Questa è giustizia sociale?
Questa è giustizia morale?

Dite la vostra!

Per Cambiare la Nostra Italia

Roberto 

martedì 1 ottobre 2013

Resa dei conti “PD contro PDL e PDL contro PD, arbitro l’M5S”


Beh tutti state seguendo ciò che sta accadendo nella politica italiana, praticamente siamo alla resa dei conti “economici e non”, con le dimissioni dei ministri del PDL e con la conseguente “nuova” crisi di governo!
Premetto che io non sono simpatizzante di nessun partito politico, il mio voto lo destino in base ai programmi proposti, alla fattibilità degli stessi, alla serietà ed alla coesione di una coalizione, cose che purtroppo che non ci sono mai stati. Credo che molti di voi come me vedono questo azzuffarsi tra politici italiani come qualcosa di davvero ridicolo, mentre il paese vive una situazione difficile se non proprio disastrosa economicamente, che rischia di far saltare anche l’equilibrio sociale, questi si attaccano a vicenda perdendo tempo ed arrecando danni agli italiani ed all’immagine dell’Italia.
Da una parte c’è il centro sinistra che non vede l’ora di togliersi di mezzo Berlusconi, visto che proprio nel PD molti esponenti hanno digerito male la “grande intesa” con il PDL del dopo elezioni dell’aprile scorso, dall’altra parte c’è il centro destra che vuole salvare Berlusconi a tutti i costi rischiando di affossare il paese Italia. Infine troviamo l’M5S che non fa altro che chiedere solo elezioni anticipate, deludendo molti di coloro che l’avevano votato!
Prima o poi doveva arrivare questo scontro, non poteva essere rinviato all’infinito! Come anche non si possono rinviare ogni volta i provvedimenti che riguardano IMU, IVA, TARES ed altri provvedimenti urgenti che riguardano la detassazione del lavoro. Una decisione “definitiva” bisogna pur prenderla, ed il gioco di rinviare ad altri la “patata bollente” è vecchio ormai da decenni!
Allora qual è il punto?
Che la sinistra politica italiana deve smetterla di impegnare tutte le forze solo per togliere di mezzo una volta per tutte Berlusconi. Che la destra politica italiana invece deve smetterla di correre dietro e di voler salvare a tutti i costi il loro leader Berlusconi.
Berlusconi ormai dovrebbe spontaneamente ritirarsi, avrebbe maggiori elogi e porterebbe vantaggi al suo partito, invece il suo ultimo comportamento sta arrecando danni ancora di più sia a se stesso che alla sua coalizione del centro destra. Questo non vuol dire che Berlusconi sia colpevole o no dei reati che gli sono stati ascritti, la “verità” la sa solo lui, i suoi fedeli, i giudici ed i PM, mentre noi possiamo solo “assorbire le verità” che ci vengono comunicate tramite i mass media. Forse tra 20 o 30 anni o più avremo la verità.
Però quando una “persona di onore” dice che le proprie vicissitudine personali non influiranno il lavoro del governo di cui fa parte, per poi avere capricci e cambiare idea, come fanno i “bambini….”, non è una persona di parola quindi non ci si può fidare, in questo modo si fa da solo del male ed in un certo senso si auto incolpa.      
Elogi comunque ad Enrico Letta, che con il suo governo qualche provvedimento nell’interesse del paese l’ha adottato, anche se molti, citati sopra, sono stati rinviati ed altri neppure abbozzati.  
Che stia arrivando il momento davvero di Matteo Renzi? Sempre che il centro sinistra lo “lascia fare”!
Forse rimane l’unica ultima nostra “speranza” che qualcosa di buono “finalmente” possa essere fatta così che arrivi il cambiamento che tutti auspichiamo ma che “molti” non vorrebbero perché intaccherebbe i loro interessi. Ma per questo dovremo aspettare le prossime elezioni che ormai sono inevitabile nei prossimi mesi. Ormai la “destra italiana” si sta danneggiando da sola, con il comportamento del suo leader e dei suoi fedeli, alludendo che possa ancora vincere le prossime votazioni pensando forse di ribaltare di nuovo il risultato nel finale promettendo chi sa cosa…. come è successo nelle ultime elezioni di febbraio!  
Intanto???
L’IVA  riferita all’aliquota del 21% è passata proprio oggi al 22%, con tutto quello che ne conseguirà……
Lo Spread sale, poi scende, poi risale, sembra quasi qualcosa di ricettevole Il Ricatto dello Spread.
Bruxelles che ci tiene sotto osservazione stretta attentamente, perché rischiamo di sfondare di nuovo il tetto del 3% del rapporto del nostro Deficit/Pil, con rischio addirittura di essere commissariati dalla troika europea.
Ed infine ma non per ultimo è iniziata la “svendita italiana” basta vedere cosa è successo negli ultimi giorni di settembre per Telecom Italia.
Comunque, “finche c’è vita c’è speranza”, perché proprio in questa serata è in corso il vertice del PDL tra "falchi" e "colombe" con il loro “capo” come in un consiglio di guerra, perché domani si vota la fiducia al governo Letta o forse la sfiducia!! Probabilmente non lo sanno nemmeno loro!!

Dite la vostra!

Per Cambiare la Nostra Italia

Roberto 

domenica 29 settembre 2013

Ecco le cose che non funzionano in Italia – Stipendi ed Euro

Eccomi di nuovo qua, dopo qualche mese a riparlare, secondo il mio punto di vista, delle cose che non funzionano in Italia e forse non solo in Italia, mentre i nostri politici si azzuffano se far o no decadere Berlusconi.
I miei precedenti post su questo argomento sono stati:
In questo post invece l’argomento sono gli stipendi, che con l’introduzione dell’euro hanno perso molto del loro potere di acquisto.
Voglio iniziare raccontando una situazione reale, la mia personale, che c’era prima dell’euro e dopo con l’euro.
Il mio è appunto un racconto personale di come viveva la mia famiglia quando c’era la lira, e di come vivo io adesso che c’è l’euro.
Io sono il quarto dei cinque figli della mia famiglia oltre a mia madre e mio padre (defunto ormai da più di dieci anni). Quando mio padre era vivo era l’unico sostentamento economico continuo che c’era in famiglia, mentre mia madre, adesso in pensione, lavorava a giornate come bracciante agricola. Mio padre lavorava come bidello nella scuola media di secondo grado, quindi come potete immaginare lo stipendio che prendeva non era gran ché, si aggirava intorno ad un milione e mezzo di lire mensile. Ma nonostante tutto in famiglia non è mai mancato nulla, considerando anche le spese fisse di acqua, luce, gas, telefono, affitto casa e costi per l’auto. Addirittura, grazie alla buona gestione economica di mia madre, i miei genitori riuscivano a mettere da parte qualcosa.
Oggi invece?
Vediamo di rispondere a questa domanda facendo riferimento alla mia situazione reale adesso.
Per quanto riguarda il mio caso, oggi io prendo uno stipendio in euro di poco più di mille euro mensile corrispondente a poco meno di due milioni delle vecchie lire. In teoria dovrei stare molto meglio, togliendo le spese fisse di acqua, luce, gas, costi telefonici, auto e casa,  in pratica invece non è proprio così. Vero non mi manca nulla ma allo stesso tempo non riesco a mettere nulla da parte come facevano i miei genitori, mentre sempre in teoria dovrei riuscire a mettere più soldi in salvadanaio visto che vivo da solo.
Questo perché?
Bhè la risposta è semplice! Vuol dire che i poco più di mille euro al mese che guadagno io, come potere di acquisto sono molto lontani dal milione e mezzo di lire che guadagnava mio padre negli anni novanta.
Vuol dire che gli stipendi non sono stati adeguati ragionevolmente con l’introduzione dell’euro, anzi hanno subito una contrazione, basti pensare che già dal 1992 è stata abolita la scala mobile dei salari, guarda caso proprio in quegli anni si è avuta un'altra crisi finanziaria risolta in parte con il prelievo forzoso del 6x1000 sui conti correnti e depositi degli italiani da parte del governo “tecnico” di Amato. Quindi con gli stipendi fermi da oltre venti anni e con l’arrivo dell’euro non si poteva di certo sperare in un miglioramento, anzi……. poi è arrivata anche quest’altra crisi economica a peggiorare la situazione.
Per il momento mi fermo qui, ma riprenderò presto ad approfondire questi argomenti.
Chiudo questa piccola introduzione sugli stipendi ed euro dicendo che sono stati fatti dei sacrifici per entrare nell’euro per stare meglio, invece stiamo peggio, costretti adesso a  fare sacrifici maggiori!
“Forse era meglio quando stavamo peggio? “.


Dite la vostra!

Per Cambiare la Nostra Italia

Roberto 

venerdì 16 agosto 2013

Card Bonus Idrocarburi – Come scippare una regione “La LUCANIA” (La Questione Meridionale continua……)

Notizia di questi giorni di agosto, è che il Consiglio di Stato ha dato ragione alle regioni (scusate il gioco di parole) Liguria, Veneto e Toscana respingendo il ricorso del Ministero dell’Economia e delle Finanze e dello Sviluppo Economico riguardante l’attribuzione della Card Bonus Idrocarburi ai cittadini lucani. Di fatto la terza trance del bonus che sarebbe stata assegnata in autunno ai patentati residenti in Basilicata, quest’anno sarebbe stata poco meno di 200 euro quindi più cospicua rispetto agli altre due trance degli anni precedenti, la prima di 100 euro e la seconda di 140 euro che erano pur sempre un “contentino”.  Paradossalmente ora la terza trance appunto sarà ridotta addirittura a meno di 100 euro cioè meno di quella della prima trance che era stata considerata una “elemosina”, perché una parte andrà a favore anche delle regioni sopra citate, che secondo il Consiglio di Stato spetta anche a “loro” il bonus, che pur non avendo coltivazione di idrocarburi hanno solo dei rigassificatori utilizzati non per la produzione ma solo per la trasformazione da uno stato fisico ad un altro cioè da quello liquido a quello gassoso. Che questo sia uno “scippo” come molti hanno scritto è VERO, non solo nei confronti dei lucani ma anche nei confronti degli stessi cittadini liguri, veneti e toscani perché credo che non prenderanno una lira (è un modo di dire) cioè non prenderanno nessun euro poiché dividendo la somma, da determinare, destinata a queste regioni, diviso i patentati residenti (molto molto di più di quelli presenti in Basilicata), alla fine toccherebbero poche decine di euro; quindi tecnicamente la distribuzione della card bonus idrocarburi verrebbe meno perché sarebbero più i costi per la realizzazione e la distribuzione delle card stesse che del microscopico contentino che verrebbe dato ai cittadini delle regioni citate. Soldi che andrebbero a questo punto in quali tasche di chi sa chi…… (tirate voi le somme)!

Ma probabilmente l’errore e a monte, fatto dai politici lucani all’epoca quando decisero di dare un contributo ai lucani come risarcimento per lo sfruttamento del sottosuolo, dei loro terreni e dell’inquinamento che ne sarebbe derivato. L’errore è stato nell’attribuire un bonus ai soli patentati residenti in Basilicata, di fatto tagliando fuori i non patentati di cui moltissimi anziani (la maggior parte della popolazione lucana è composta di anziani). Questa è stata una grande discriminazione all’interno della stessa popolazione lucana, se si pensa che ci sono anziani che coltivano ancora i campi, vanno ancora con gli animali in campagna, ed alcuni hanno anche le proprie masserie vicino ai pozzi petroliferi, però non hanno la patente! Ma che peccato hanno fatto? Non era meglio, non dico proprio dare il gas gratis, ma fare uno sconto sulla bolletta del gas visto che ormai il gas metano è arrivato in tutti i paesi lucani ed inoltre quasi tutte le famiglie hanno una caldaia a gas sia per l’acqua calda che per il riscaldamento? Di sicuro sarebbe stato più giusto e più equo.
Oppure si sarebbero potuto utilizzare tutti quei soldi, che sono ancora pochi rispetto quello che davvero dovrebbe rimanere in Basilicata per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi lucani, per realizzare finalmente le infrastrutture necessarie per provare a dare l’avvio al motore lucano, ed evitare così lo spopolamento che ancora oggi continua nonostante la crisi economica nazionale ed europea.
Disperdendo così quelle somme in “gocce di elemosina” non si è dissetato nessuno, invece considerandole tutte insieme avrebbero costituito di sicuro un “valore” per realizzare qualcosa a beneficio di tutti.
Comunque lo sbaglio l’abbiamo fatto anche noi patentati lucani che abbiamo richiesto la card, o ancora forse sarebbe stato meglio subito arrivato la card restituirla al mittente, ma non è mai troppo tardi nel farlo…….

Ma comunque lo “scippo” dell’elemosina c’è stato! Non venite a dire che i lucani vivono sulla pelle degli altri… forse sono gli altri che vivono sulla pelle dei lucani……
La Basilicata da di più di quello che riceve, in termini di risorse naturali e non solo!
Forse se si faceva il “federalismo” la regione Basilicata avrebbe trovato giovamento.

La "Questione Meridionale" continua o meglio lo "scippo" continua…..

Aggiornamento del 16-04-2016: Fiore Lucania
 



Dite la vostra!

Per Cambiare la Nostra Italia

Roberto 

lunedì 22 luglio 2013

Ennesima Truffa dei Servizi a Contenuto a Pagamento di terze parti della TIM (ACCOUNT MPAY2 ; TELEFUTURE_ABB ; LEVEL23_MP1_TI ; 3PPP_Internet365_SEXY_TI)

Sono di nuovo qui a parlare dell’ennesima truffa subita ai miei danni, che in questo mese ho visto addebitarmi altri costi dei servizi con contenuti a pagamento di telefonia mobile, anzi di una vera e propria valanga di truffe di questi servizi che fanno capo all’operatore di telefonia mobile TIM. Mi sono accorto solo l’altro ieri in tarda serata quando ho visto il credito residuo di solo poco più di 1 euro, perché il giorno 14-07-2013 mi erano stati addebitati in serata più di 15 euro di attivazione di questi servizi illegali che sono una vera offesa ed un sopruso nei confronti del consumatore.

I servizi che mi sono stati automaticamente attivati sono i seguenti:
ACCOUNT MPAY2
TELEFUTURE_ABB
LEVEL23_MP1_TI
3PPP_Internet365_SEXY_TI

Volevo procedere subito alla disattivazione di questi servizi dalla mia homepage della TIM di gestione della mia linea mobile, ma per mia sorpresa ho notato che era cambiata che elencava solo detti servizi senza possibilità di disattivazione come invece era fino a qualche tempo fa.

Quindi ho dovuto attendere il giorno dopo, quando ho provveduto a chiamare infuriato le società che mi avevano attivati questi servizi per chiedere immediatamente, disattivazione e rimborso del credito decurtato furtivamente di nascosto ed illegalmente senza il mio consenso sulla mia sim della Tim, pena denuncia alle autorità competenti e alle associazioni per la tutela dei consumatori. Successivamente ho chiamato il 119 della TIM chiedendo il blocco totale all’autorizzazione in futuro all’attivazione dei servizi a contenuto a pagamento per la protezione della mia linea mobile. Subito dopo queste telefonate sono arrivati gli SMS di conferma di disattivazione di detti servizi e l’SMS del 119 che il blocco di tutti i servizi era stato eseguito. Ora attendo il rimborso per qualche giorno altrimenti vado avanti.
Ora devono finirla abbiamo le tasche dei pantaloni pieni delle loro truffe.

Precedenti truffe:

AGGIORNAMENTO 14 maggio 2016

Ci sono delle petizioni per fermare questi continui inganni…… vi invito ad aderire perché tutti insieme possiamo mettere fine a questi imbrogli… ecco i link delle petizionei:

petizione di Marco Claudio Negroni

petizione di Sergio Bellucci 

Per Cambiare la Nostra Italia


Roberto Di Stefano     

giovedì 20 giugno 2013

Multa Ingiusta – Comma 2 art. 126-bis del Codice della Strada non ha valenza rilevante - Nota del Ministero dell’Interno n. 300/A/1/33792 del 14/09/2004

In questo post voglio chiudere la questione della Multa Ingiusta subita il 07/12/2011 con cui mi era stata comminata e completamente inventata una multa ai miei danni, costata sia economicamente con il pagamento doppio dell’ammenda di 152 euro, che amministrativamente con la decurtazione di n. 5 punti più altri 2 punti che avrei maturato fra una quindicina di giorni, in totale di 7 punti tolti dalla mia patente di guida ingiustamente, pur avendo rispettato come faccio sempre il Codice della Strada.

Nel mio ultimo post sulla Multa Ingiusta – Dopo il danno la beffa, ho parlato della decurtazione dei punti avvenuta, coincidenza ha voluto, il giorno del mio compleanno, dopo più di 200 giorni dalla fine della definizione della contestazione, ed in cui avevo preannunciato che avrei fatto una lettera, cosa che feci, chiedendo al comando della polizia municipale il reintegro dei punti illegittimamente decurtati, perché ritenevo che era stato violato l’art. 126-bis del codice della strada che testualmente prevede al comma 2 che: l’organo da cui dipende l’agente che ha accertato la violazione che comporta la perdita di punteggio, ne dà notizia entro trenta giorni dalla definizione della contestazione effettuata, all’anagrafe nazionale degli abilitati alla guida. La contestazione si intende definita quando sia avvenuto il pagamento della sanzione amministrativa pecuniaria o siano conclusi i procedimenti dei ricorsi amministrativi e giurisdizionali ammessi ovvero siano decorsi i termini per la proposizione dei medesimi. Il predetto termine di trenta giorni decorre dalla conoscenza da parte dell’organo di polizia dell’avvenuto pagamento della sanzione, della scadenza del termine per la proposizione dei ricorsi, ovvero dalla conoscenza dell’esito dei ricorsi medesimi.

In effetti questo comma dell’articolo 126-bis del Codice della Strada è carta straccia perché non vale nulla, così come riportato nella lettera di risposta dell’organo di polizia municipale alla mia lettera, comunicandomi che non poteva accogliere la mia richiesta di reintegro dei punti della patente perché il termine dei 30 giorni previsti appunto dall’art. 126-bis del C.d.S. al comma 2, non è un termine “perentorio” ma solamente “ordinatorio”, rimandandomi alla nota del Ministero dell’Interno n. 300/A/1/33792 del 14 settembre 2004.
Purtroppo devo ammettere che è così, infatti in tale nota il punto 6 che fa riferimento al termine per la comunicazione della decurtazione dei punti patente, riporta la seguente dicitura: Secondo le disposizioni dell'art. 126 bis, comma 2, C.d.S. il termine di 30 giorni entro il quale deve avvenire la comunicazione all'Anagrafe nazionale circa la decurtazione dei punti, decorre dal momento in cui l'organo di polizia ha avuto comunicazione dell'avvenuta definizione del verbale di contestazione e cioè da quando ha ricevuto formale comunicazione dell'avvenuto pagamento in misura ridotta ovvero dell'esito dell'eventuale gravame presentato avverso il verbale. Tale termine ha carattere ordinatorio, come appare evidente dal contesto normativo in cui è collocato, atteso che la decurtazione di punti è una conseguenza automatica della violazione contro la quale non è ammesso un autonomo gravame. Ne consegue che l'organo di polizia che ha accertato l'illecito ha sempre l'obbligo di effettuare la comunicazione alla citata Anagrafe, sebbene siano trascorsi più di 30 giorni dalla definizione del verbale.  

Quindi concludendo, gli organi di polizia statali o locali che siano, possono provvedere alla decurtazione dei punti per la violazione al Codice della Strada in qualsiasi momento dopo la definizione di una multa, anche dopo anni, senza che l’autista “ignaro” sappia qualcosa; alla “faccia” di tutte quelle leggi scritte che si riferiscono alla trasparenza amministrativa.

Tutto questo dimostra che non è facile fare valere le proprie ragioni nei confronti di organi dello Stato se sei solo, perché anche se in “apparenza” c’è una legge che “sembra” ti tuteli, in realtà poi esiste sempre un’altra legge “nascosta” che spunta fuori che effettivamente ti nega le tue ragioni ed il tuo diritto. 

Ancora una volta altra brutta anomalia dello Stato italiano, che chiede a noi cittadini di rispettare le leggi ed i termini,  mentre “Esso” tranquillamente non ha nessun obbligo da rispettare.

Abbiamo imparato un'altra cosa che:  < La legge è uguale per tutti ma non per lo Stato>!

Grazie Italia

Dite la vostra!
Per Cambiare la Nostra Italia
Roberto 

lunedì 20 maggio 2013

Crisi Economica Attuale - IL NORD come il SUD Italia “La Questione Meridionale si trasforma in Questione Nazionale”

Questa crisi economica attuale sta accumunando il sud con il nord Italia, dove appunto anche il nord sta conoscendo il dilemma di come si vive quando la situazione economica non è più rosea, mentre il sud è già abituato vista la “cronicità” in cui vive ormai da decenni.  
In qualche post fa Ecco le cose che non funzionano....– Lavoro (prima parte) avevo menzionato la “Questione Meridionale” che richiedeva almeno un post a parte, anche se ci vorrebbe un blog intero. Ho fatto qualche ricerca su questo tema, che ha confermato qualcosa che già sapevo, anche perché io stesso sono meridionale, perché ne avevo sentito parlare della verità su questo argomento, “la guerra tra terroni e polentoni”.
Proprio in questi ultimi tre anni dal 2010 al 2012 ci sono stati i festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
Ma vediamo cosa dice la storia, non solo quella raccontata nei libri di scuola, sulle conseguenze che ha comportato l’unificazione nazionale e di come era prima dell’Unità d’Italia la situazione economica e sociale del paese.
Fino all’anno 1861 data in cui si sancisce l’Unità d’Italia, non esisteva nessuna “Questione Meridionale” infatti non c’era molta differenza tra Nord e Sud per quanto riguardava lo sviluppo economico, che secondo diversi storici era alla pari. Mentre fino ad allora non c’era nessuna emigrazione di meridionali verso il nord, al nord invece andavano in via in milioni in altri paesi.
L’economia del sud fino ad allora aveva punti di eccellenza. Infatti a Mongiana, in Calabria,  c’era la più grande industria siderurgica italiana con 1500 dipendenti, tra cui operai provenienti da Brescia, tecnici provenienti da Germania e Svizzera, ed Ingegneri provenienti dall’Inghilterra, però il cervello dell’azienda era tutto meridionale. Era la prima fabbrica al mondo dove si lavorava solo 8 ore al giorno, la prima che aveva la cassa mutua e la prima che prevedeva una pensione per gli operai. Con l’arrivo dei garibaldini e con l’Unificazione d’Italia lo stabilimento fu chiuso, con conseguenze tragiche non soltanto per le numerosi perdite di lavoro che causò, ma comportò anche, perché fino ad allora non c’erano stati casi di cronaca, atti di criminalità. L’azienda appunto fu chiusa e venduta come ferro vecchio ad un ex sardo garibaldino, già condannato per truffa allo Stato e poi ovviamente, come succede ancora oggi, per questi meriti divenne anche deputato.
Quattro anni prima del’invasione, il Regno delle Due Sicilie, fu premiato all’Expo della Scienza e della Tecnica a Parigi con medaglia, dopo l’Inghilterra e la Francia come paese più industrializzato d’Europa.    Infatti a Napoli c’era la più grande officina meccanica del tempo, che fu copiata dagli zar della Russia. Ma con l’arrivo dei bersaglieri la fabbrica fu chiusa, nonostante gli operai si misero a difesa dello stabilimento, ma dovettero cedere quando i bersaglieri iniziarono a sparare. L’officina così fu chiusa e furono aperte altre al nord.
Il Regno delle Due Sicilie era molto fiorente, aveva un commercio dove esportava sia nel ricco nord dell’Europa che in America. Anche la “prima crociera” fu del Regno delle Due Sicilie che capì prima di tutti gli altri il business del turismo.
Il conte Cavour, dopo l’Unificazione d’Italia, incaricò un tecnico un certo cavaliere Sacchi, di mettere ordine nella burocrazia e finanza nel regno appena conquistato ed annesso, che però risultò esemplare sia a livello di gestione ed organizzazione aziendale che nel funzionamento amministrativo per il pagamento delle tasse, al punto che lo stesso Sacchi chiese al conte Cavour l’estensione a tutta l’Italia del sistema burocratico e finanziario borbonico nettamente migliore al resto del paese.
Ma il conte Cavour rimase a capo del governo solo all’inizio del primo anno dell’Unificazione d’Italia, era il 1861 stesso anno in cui morì nel mese di giugno con la carica del primo presidente del consiglio dei ministri.
Ma con l’Unità d’Italia, e dopo la morte del conte Cavour, le cose cambiarono. Il Sud venne depredato delle sue ricchezze, si fecero chiudere le officine meccaniche, impianti siderurgici, ecc…., per aprirli al nord.
Fu penalizzato anche il porto di Napoli, il più fiorente all’epoca, che dopo l’Unità d’Italia persa la sua importanza a favore dei porti di Genova e Livorno scelti quali porti razziali dove dovevano entrare le merci degli altri paesi stranieri per il pagamento dei dazi.
La politica economica di allora, ma forse anche fino ai giorni nostri, perseguiva lo scopo che, quello che doveva morire al sud doveva nascere al nord. Prima con lo spostamento delle grandi fabbriche e poi con il trasferimento della popolazione meridionale, che con l’emigrazione in quegli anni e nei decenni successivi all’unificazione, raggiunse oltre 15 milioni di persone del sud emigrate al nord, soprattutto per fare i lavori più duri.  
Queste informazioni cercate su internet, soprattutto tratte da una video intervista a Pino Aprile su Rai Due del 2010, di cui potete vedere uno spezzone da questo link su YouTube Intervista a Pino Aprilelo stesso Pino Aprile autore anche del libro “Terroni”.
Da tutto questo è evidente che quello che è successo al Sud da 150 anni ad oggi, ora con questa crisi economica sembra stia succedendo al Nord ed al resto dell'Italia.
Una volta che una fabbrica chiude o se ne va, è difficile che poi riapra di nuovo, sia che sia italiana che straniera. Per questo dobbiamo cercare di far evitare la chiusura continua giornaliera delle fabbriche nostre e non, indipendentemente se sono al sud o al nord, siamo pur sempre italiani. Dobbiamo evitare che veniamo depredati delle nostre fabbriche, delle nostre ricchezze e della nostra identità.
Come già detto in un precedente post Elezioni Politiche Italiane 2013......!  le nazioni mentre una volta si conquistavano con l’invasione militare, oggi si conquistano con l'invasione economica. Si porta prima uno Stato a diventare debitore, poi alla bancarotta ed infine alla sottomissione economica, come sta succedendo con l’Italia, Grecia e Spagna.
Ma questo si ritorcerà sulle nazioni che in questo momento si sentono sicure e ricche, fin quando non si accorgeranno che presto toccherà anche a loro e forse solo dopo le cose cambieranno!

Dite la vostra!
Per Cambiare la Nostra Italia
Roberto