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lunedì 15 ottobre 2018

Governo M5S-Lega e Def 2018 “riforma delle pensioni, flat tax e reddito di cittadinanza”

Ed eccoci qua, dopo la pausa estiva, a ritornare a parlare di politica e di come sti sta muovendo il nuovo governo gialloverde del Movimento 5 Stelle e Lega, che sono soli, a parte il popolo che per il momento sembra essere dalla loro parte, contro tutto e tutti (i partiti all’opposizione, sindacati, diversi enti e istituzioni italiane, giornali, tv, commissione europea, BCE, agenzie di rating, mercati finanziari, il famoso "spread", ecc… ecc…). 
   
    
Iniziamo con un passo alla volta, prima con una critica a questo governo M5S-Lega, che dopo averci messo diversi giorni a concordare la formazione di un governo sulla base di un programma dove inserire i punti di contatto tra il programma del Movimento 5 Stelle e quello della Lega, non si può alla fine presentarsi con un Def 2018 (il documento di economia e finanza) con inserito da subito in toto quanto previsto proprio interamente dai programmi del M5S e Lega, altrimenti è normale poi ritrovarsi contro tutto e tutti!
O forse è proprio questo che si vuole?
Si può affermare che l’unico punto in comune tra i due programmi di M5S e Lega era ed è quella di mettere mani alla legge sulle pensioni per superare la riforma Fornero, adottando invece il metodo della quota 100 per andare in pensione!
Sulla riforma Fornero è giusto che si metta mani, non si può andare in pensione quasi alla soglia dei 70 anni! Perchè qualche anno per godersi la pensione deve pur esserci ed è sacrosanto per chi ha fatto 40 anni e più di lavoro, in quanto bisogna ricordare a tutti i politici ma anche alla Fornero stesso, che ci sono <LAVORI e lavori> (Ecco le cose che non funzionano in Italia - Pensioni), questo indipendentemente se la vita si è allungata o no, nessuno di noi ha un contratto con il Padreterno per “campare 100 anni”!  
Considerando però che già da solo l'abolizione della legge Fornero sulle pensioni, richiederebbe una copertura finanziaria intorno ai 7 miliardi di euro, come previsto degli esperti, quindi non è il caso di inserire allo stesso tempo, nel Def 2018 anche gli altri provvedimenti in deficit, quali il reddito di cittadinanza e la flat tax, pensando di risolvere il tutto racimolando entrate con la "pace fiscale" che io reputo poco educativa o meglio troppo diseducativa! 
Perché se già si modifica la legge Fornero sulle pensioni da parte di questo governo, sarebbe già una grande cosa, che potrebbe avere conseguenze positive su nuove assunzioni ed aumento dell’occupazione sia nel settore privato che pubblico con i posti di lavoro lasciati liberi, ed allo stesso tempo ridurrebbe anche il numero dei poveri in circolazione, che magari poi verrebbero aiutati successivamente con il Def del prossimo anno, con l’introduzione del reddito di cittadinanza ed una più vasta operazione della flat tax.
Quindi in questo Def sarebbe utile modificare da subito la riforma Fornero sulle pensioni, introdurre una prima flat tax con una aliquota “ragionevole” che abbassi le tasse soprattutto sulle imprese per favorire nuove assunzioni in concomitanza con i posti lasciati liberi con la nuova riforma sulle pensioni.
Ed il reddito di cittadinanza?
Considerando che il reddito di cittadinanza richiederebbe molti più miliardi di euro rispetto alla riforma delle pensioni ed alla flat tax, sarebbe utile attuarlo successivamente nel Def 2019, mentre magari inserire nel Def 2018 solo la riforma dei centri per l’impiego, che richiederebbe solo quest’ultima già 1-2 miliardi di euro, affinché tali centri potranno trovarsi in futuro pronti a funzionare come si deve quando si darà via al reddito di cittadinanza.
Perché così come si vuole attuare il reddito di cittadinanza, si rischierebbero di bruciare qualche decina di miliardi di euro inutilmente se non si creano prima le condizioni di una ripartenza dell’occupazione. Ed inoltre, sempre per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, 780 euro mensili, anche se si potranno spendere solo per determinate cose, sono comunque molti considerando che ci sono milioni di italiani che hanno lavorato anche per più di 40 anni, come braccianti agricoli, che adesso prendono molto meno di pensione! E se poi proprio si vogliono dare 780 euro/mese per il reddito di cittadinanza, suggerirei di farlo in maniera che tale cospicuo costo diminuisca nel tempo e non diventi un incentivo a “non far niente”. Magari introducendo già al primo rifiuto di una offerta di lavoro per chi percepirà tale reddito, una riduzione del sussidio del 30-50% a seconda dei casi (per esempio chi è effettivamente malato o ricoverato nel periodo in cui viene proposto l’offerta di lavoro, ridurre il sussidio al 30%, per altri motivi non di salute ridurre il sussidio al 50%). Successivamente applicare lo stesso meccanismo al secondo rifiuto dell’offerta di lavoro, ed infine come già previsto, togliere a chi sarà dato il reddito di cittadinanza al terzo rifiuto di lavoro.
Solo in questo modo "serio" e sempre dopo la riforma dei centri dell’impiego per migliorare e rendere efficiente la formazione e l'organizzazione del lavoro, il reddito di cittadinanza avrebbe un senso, perché le risorse economiche necessarie diminuirebbero nel tempo, nel frattempo si programmerebbero come fare i controlli sulle richieste di sussidio, in modo tale che dopo qualche anno si potrà giudicare o no l’utilità del reddito di cittadinanza e non a priori come fanno tutti esperti e non!
Quindi inserire tutti questi provvedimenti insieme, riforma pensioni, flat tax e reddito di cittadinanza in questo Def 2018, cioè tutto in deficit è sbagliato, perchè non si può avere tutto e subito, e non deve essere una questione di capriccio di cedere o non cedere a tutti quelli che sono contrari che ho menzionati all'inizio, ma essere ragionevoli sulle cose giuste da programmare ed attuare. La logica vuole che il tutto sia fatto, al fine di essere coerenti e rispettare quanto promesso nella campagna elettorale per le politiche del marzo scorso, ma in maniera graduale e nell’arco dell’intera legislatura con i Def degli anni successivi.
In questo modo si metterebbero davvero alla prova i partiti dell’opposizione e tutte le istituzioni italiane ed europee, enti ed istituti finanziari, tv e mezzi di comunicazione, ecc…, che possono essere contrari a tutto a priori, ma non se si decidesse di fare le cose un pò alla volta cioè "step-by-step", così si che si "testerebbero" le vere intenzioni "dei contrari" se stanno dalla parte del popolo o dalle parte del dio denaro!
Perché o si è <populisti> a favore del popolo, oppure <antipopulisti> contro il popolo!
Quindi è giusto che ci sia il “Cambiamento” ma non lo “stravolgimento”! 

Alla prossima perché non finisce qui!

Cambiamo la Nostra Italia

Roberto Di Stefano  

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