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sabato 31 ottobre 2020

REDDITO di CITTADINANZA (3^ parte) – False notizie e propaganda negativa

A conclusione di questa serie di post sul reddito di cittadinanza (REDDITO di CITTADINANZA (1^ parte) – Pregiudizio degli oppositori ed ipocrisia dei critici e dei media e REDDITO di CITTADINANZA (2^ parte) – Lacune “solo diritti e poco doveri“), in questo post voglio riportare e dire la mia su quanto sentito ad inizio del mese giovedì 1 ottobre nella trasmissione serale su LA7 di Corrado Formigli dove si è parlato anche del reddito di cittadinanza. Durante la trasmissione su questo argomento solo il giornalista Antonio Padellaro ha fatto un ragionamento giusto e sensato sul reddito di cittadinanza, criticandolo ma spiegando anche i motivi perché non ha funzionato, sia per l’impostazione che a causa della pandemia in atto del nuovo coronavirus. Carlo Calenda, invece come al solito, che dice sempre le stesse cose pregiudiziose contro il Movimento, che ormai è diventato  inutile pure ascoltarlo, ma non se ne può far a meno… almeno per sentire le sue stupidaggini a cui non crede nemmeno lui, ha attaccato il reddito di cittadinanza come ha fatto sempre fin dall’inizio. Ma quello che ha dato più fastidio è stato l’intervento in studio di una imprenditrice di un servizio pulizia, che a causa dell’emergenza sanitaria in atto gli serviva del personale, ma alle persone cui aveva chiesto hanno rifiutato perché sapendo che dovevano guadagnare 730 euro/mese per 30 ore /settimana, per loro era più conveniente continuare a percepire il reddito di cittadinanza. A queste persone che hanno rifiutato il lavoro proposta dalla imprenditrice se la chiamata è avvenuta tramite il centro per l’impiego bisognerebbe subito ridurre o togliere il reddito di cittadinanza (se fosse stato impostato come ho scritto io nel post precedente REDDITO di CITTADINANZA (2^ parte) – Lacune “solo diritti e poco doveri“), però bisogna vedere anche se l’imprenditrice ha detto tutta la verità per due motivi:

1) Dice di aver chiesto alle persone. Come? In strada? Non si è rivolta all’ufficio di collocamento di zona a cui bisogna fare riferimento perché è l’ente incaricato di indirizzare al lavoro i percettori di reddito di cittadinanza?

2) Lo sa l’imprenditrice che poteva chiedere Lei al centro per l’impiego del personale disoccupato che percepisce il reddito di cittadinanza, in questo modo i soldi del sussidio li avrebbe percepiti l’azienda con cui poi avrebbe pagato la persona assunta che usufruiva dell’aiuto?

A voi le chiacchiere…

Cambiamo La Nostra Italia
Roberto Di Stefano

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