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mercoledì 8 maggio 2013

Ecco le cose che non funzionano in Italia e non solo – Lavoro (seconda parte)

Riprendiamo da dove eravamo rimasti Ecco le cose che non ......... – Lavoro (prima parte).
Se anche, oltre alle multinazionali ed alle grandi imprese, vanno via anche le medie imprese, allora si che le cose si mettono davvero male senza possibilità più di rimedio. Ma perché  anche le medie imprese rischiano di andare via? Vanno via per seguire la stessa strada delle grandi imprese, spostare così i propri stabilimenti di produzione in quei paesi asiatici e sudamericani, perché come già scritto nella prima parte del post Ecco le cose che non ......... – Lavoro (prima parte) il costo del lavoro è relativamente basso ed inoltre sono nuovi mercati da conquistare.

Vediamo questi punti con maggiori dettagli.

1)      Primo punto. Il costo del lavoro in queste nazioni  è relativamente basso per una serie di motivi, quali:
a)      il costo fiscale sul lavoro applicato dai governi di questi paesi, diciamo in via di sviluppo, non è opprimente come è in Italia ed in altri paesi dell’Europa, tutto questo facilita ed attira gli investimenti e gli insediamenti delle grandi società ed aziende internazionali;
b)     il costo per ogni lavoratore è più basso rispetto com'è in Europa, ed inoltre in questi paesi il lavoratore è quasi uno “schiavo” visto che lavora molto e viene pagato poco, soprattutto operai, mentre nei paesi occidentali sviluppatti ci sono troppe leggi di tutela del lavoro e del lavoratore, che viene considerato un impedimento ai profitti da queste grande aziende;
c)      come detto al punto (b) i lavoratori sono sfruttati, infatti non ci sono leggi particolari che tutelano e difendono i loro diritti ed le loro condizioni di lavoro, quindi altri costi in meno delle aziende per quanto riguarda sicurezza ed ambiente di lavoro;
d)     il basso costo dell’energia, sia perché alcuni paesi sono produttori di fonti energetiche, sia perché questi governi rispettano poco o niente il Protocollo di Kyoto del 1997 per quanto riguarda l’emissione dei gas nocivi in atmosfera, in quanto volontariamente esonerati nell’obbligo di rispettare detti vincoli, tutto a vantaggio delle aziende che non dovendosi preoccupare molto di attenersi ad obblighi ambientali particolari, si risparmiano così i costi della strumentalizzazione e delle operazioni per il controllo sulle emissioni nocive, a discapito dell’ambiente e della salute della popolazione.

2)     Secondo punto. In questi paesi i PIL crescono in maniera davvero strepitosa, con aumento dell’occupazione industriale, tanto è vero che in Cina molti giovani hanno abbandonato e continuano ad abbandonare le campagne per trasferirsi e lavorare nelle industrie delle megalopoli città cinesi, come decenni fa succedeva in Italia e nel resto dell’Europa, con conseguentemente aumento del denaro in circolazione. Vengono così a crearsi dei nuovi mercati appetitosi a cui vendere i propri prodotti (auto, elettronica, abbigliamento, etc…..) mentre i mercati dei paesi occidentali europei, sia per colpa della crisi, sia perché sembrano saturari di questi prodotti, al momento sono un po’ esclusi e non costituiscono il mercato principale delle grandi aziende multinazionali.
 

Infine i governi di questi paesi oltre a non dover rispettare il Protocollo di Kioto non hanno altri trattati vari particolari da rispettare (come invece il trattato di Trattato di Maastricht del 1992 per i paesi dell’Unione Europea), quindi possono anche indebitarsi senza preoccuparsi più di tanto del debito pubblico, evitando così di tartassare cittadini ed aziende.

Ma anche diverse nazioni europee stanno conoscendo un fase di sviluppo. Questi sono soprattutto i paesi dell’est, Romania, Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, etc….., entrati a far parte della CEE più o meno nell’ultimo ventennio, non avendo vincoli di natura particolari da rispettare, anzi addirittura con l’arrivo dei contributi della ’Unione Europea, hanno visto crescere gli insediamenti di aziende europee ed internazionali, che dislocano la loro produzioni in questi luoghi, sia per i motivi citati sopra per i paesi orientali e sudamericani, sia perché “cadono a pioggia” appunto i contributi e gli aiuti economici provenienti dall'Europa.  

Questi sono, secondo il mio punto di vista, alcuni motivi che spingono la chiusura di aziende importanti grandi e medie in Italia e nel resto dei paesi europei in difficoltà aderenti all’euro, che la crisi economica in Europa sta accentuando. Ma la crisi viene utilizzata da "alcune" anche come scusa per fare la  “furbette” per chiudere e spostarsi altrove, con conseguente chiusura anche delle piccole aziende connesse che seguono commesse ed altri servizi per conto delle grandi aziende.

Ma fin quando durerà tutto questo?
Fin quando quei lavoratori “sfruttati” per quattro soldi resisteranno e non reclameranno maggiori diritti e maggiori salari?
Fin quando noi continueremo a comprare cose costose prodotte a basso costo dai sacrifici di questi lavoratori mal pagati e poco tutelati?  

Se si continua a tirare troppo la corda….. prima o poi la corda si spezza!


Dite la vostra!
Per Cambiare la Nostra Italia e non solo........
Roberto 

sabato 4 maggio 2013

Multa Ingiusta – Dopo il danno la beffa

Questo post è un ultimo aggiornamento sul mio primo post con cui ho aperto questo blog, cambiamolanostraitalia.org, che ha riguardato una multa che ho subito ingiustamente (Multa Ingiusta), che dopo la pronuncia di rigetto del Prefetto (Risposta del Prefetto), è arrivata anche la “beffa”. Infatti il mese scorso è arrivata la lettera di comunicazione da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di decurtazione dalla patente n. 5 punti ai sensi dell’art. 126-bis del Codice della Strada, operazione eseguita dalla polizia municipale per via telematica (quindi in tempo reale) il 22/03/2013, data così come riportato su tale lettera (che è, guarda caso, il giorno del mio compleanno, forse mi hanno voluto fare anche loro un pensierino, ma quanto sono stati generosi…..), comunque a distanza di ben 8 mesi di chiusura della definizione della contestazione con il pagamento della multa raddoppiata dopo appunto il rigetto del Prefetto (Risposta del Prefetto).

La curiosità è che qualche giorno prima della data della esecuzione telematica della variazione del punteggio patente eseguita online dalla polizia municipale, non ricordo stavolta esattamente ma credo sia stato mercoledì 20 marzo, ho incrociato con la mia auto i “due sceriffi” che eseguirono all’epoca la multa inventata (Multa Ingiusta). Forse è solo coincidenza.

Subito ho dato un occhiata all’art. 126-bis del Codice della Strada per vedere cosa riportava in merito.

L’articolo 126-bis del Codice della Strada prevede al comma 2 che: l’organo da cui dipende l’agente che ha accertato la violazione che comporta la perdita di punteggio, ne dà notizia entro trenta giorni dalla definizione della contestazione effettuata, all’anagrafe nazionale degli abilitati alla guida. La contestazione si intende definita quando sia avvenuto il pagamento della sanzione amministrativa pecuniaria o siano conclusi i procedimenti dei ricorsi amministrativi e giurisdizionali ammessi ovvero siano decorsi i termini per la proposizione dei medesimi. Il predetto termine di trenta giorni decorre dalla conoscenza da parte dell’organo di polizia dell’avvenuto pagamento della sanzione, della scadenza del termine per la proposizione dei ricorsi, ovvero dalla conoscenza dell’esito dei ricorsi medesimi 

Sembrerebbe a questo punto, che nel mio caso sia stato violato il termine dei 30 giorni previsto dall’art. 126-bis del Codice della Strada, infatti dopo il rigetto del Prefetto (Risposta del Prefetto) all’esposto del mio avvocato, il 3 agosto del 2012 ho provveduto al pagamento del doppio della multa subita, è da come ho potuto accertare dalla visione e dalla copia degli atti richiesti all’ufficio della polizia municipale, sul bollettino postale in loro possesso, su cui ho eseguito il pagamento dell’ammenda, c’era il timbro con data di ricevimento il 21/08/2012. Quindi dal 21 agosto 2012 al 22 marzo 2013 sono trascorsi ben 7 mesi, cioè più di 200 giorni rispetto ai 30 giorni che sembra prevedere l’art. 126-bis del Codice della Strada.  

Dopo aver provveduto a comunicare l’accaduto al mio avvocato, ho consultato, in questi ultimi giorni, anche persone che operano nell’ambito degli organi di polizia, e per ultimo ho chiesto un parere online a degli esperti sul sito (ricorsi.net). Risultato che nonostante sia stato violato tale termine dei 30 giorni per la comunicazione per la decurtazione dei punti così come previsto dall’art. 126-bis del Codice della Strada, non posso farci nulla, perché detto termine non è perentorio e non è impugnabile (mi domando allora il Legislatore perché lo scrive se non ha valore) e che la comunicazione di decurtazione punti può avvenire in qualsiasi momento anche dopo anni, infatti sul sito (ricorsi.net) ci sono stati anche casi più eclatanti del mio, con decurtazione punti patente avvenuta anche dopo più di 9 anni.

Purtroppo, ancora una volta, la legge non tutela affatto i cittadini che la subiscono soltanto. Infatti mentre a noi cittadini ci intimano dei termini "ultimatum" 30, 60, etc... giorni per pagare o fare ricorso, altirmenti si è in morosità con conseguente aumento delle sanzioni economiche, ingiunzione di pagammento con intervento di Equitalia, pignoramento e così via, invece lo Stato non ha limiti di tempo può fare con comodo, perchè esso fa la legge e stabilisce come e chi a favore deve essere applicata! Troppo troppo facile e comodo!   

Comunque, nel mio caso io chiederò con lettera, spiegazioni in merito all’organo di polizia municipale.

Ed infine sto preparando tutta la documentazione necessaria per mandarla alla redazione della trasmissione di Striscia la Notizia, tanto per via legale non si risolve nulla. Inoltre farò come fa Striscia la Notizia, utilizzerò la tecnologia audio e video per registrare queste "ingiustizie", vi consiglio di farlo anche voi visto che tutti ormai possediamo cellullari che possono fare foto, video e registrare audio. Non possono dirci che violiamo la legge sulla privacy quando si tratta invece della propria autotutela, mentre "loro" violano la nostra dignità.

PS: lo stesso Stato viola la leggi sulla privacy (legge 675 del 1996 e decreto legislativo 196 del 2003) con installazioni di telecamere dappertutto in città, paesi e strade, utilizzate a favore "loro" e contro noi.   

AGGIORNAMENTO con screenshot della coincidenza che ho scritto all'inizio, a proposito della data di decurtazione punti comunicata dall'organo accertatore al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti  "fatta" il giorno del mio compleanno....... guarda caso!

Multa Ingiusta (ultimo atto)

Dite la vostra!
Per Cambiare la Nostra Italia
Roberto 

mercoledì 1 maggio 2013

Ecco le cose che non funzionano in Italia e non solo – Lavoro (prima parte)

Oggi è il 1 maggio 2013 Festa del Lavoro che dovrebbe essere garantito a tutti come recita l'articolo 1 della Costituzione Italiana: L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Perché è il lavoro che nobilita una persona, è il lavoro che rende efficiente un Stato, è il lavoro che mantiene la pace sociale. Ancora è il lavoro che permette di far circolare il denaro, se una persona guadagna spende, ma se viene meno il lavoro, viene meno tutto il resto e non ci guadagna nessuno.
In questa crisi attuale, la perdita e la mancanza di lavoro è diventato il problema numero 1 contro appunto l’articolo 1 della nostra Costituzione che lo garantisce. Purtroppo la mancanza di lavoro non è solo un problema italiano, ma anche di altri paesi europei che stanno anche in condizioni peggiori di noi, come Grecia, Spagna, Portogallo, e non se la passa nemmeno tanto bene la Francia. Ma facciamo il punto.
Purtroppo non tutti possono avere un lavoro dipendente nel settore pubblico. Purtroppo non tutti possono avere un lavoro dipendente nel settore privato, perché con la globalizzazione e la concorrenza non è facile stare sul mercato da parte delle aziende. Purtroppo sono pochi coloro chi si lanciano in un lavoro autonomo, perché per tutti è più facile fare la propria giornata lavorativa e prendere lo stipendio a fine mese, che cimentarsi in un impegno continuo e profuso sia a livello di mercato che di gestione tecnica ed amministrativa che richiede appunto una propria attività, che però se fatto bene porta maggiori guadagni rispetto al lavoro dipendente.
Fino a qualche anno fa, meglio qualche decennio fa, trovare lavoro in una impresa, grande o piccola, non era tanto difficile come adesso, per lo meno nel centro e nord Italia, mentre al sud la difficoltà di trovare lavoro in una ditta c’è sempre stata da decenni, anche se adesso è ancora più accentuata, vista la poca vocazione industriale del sud a causa della mancanza di idee imprenditoriali e di infrastrutture. Bisognerebbe parlare della “Questione Meridionale” è dirne tutta la verità, ma lasciamola alla storia, non rientra nell’argomento di questo post.
Dicevo che trovare un posto da lavoro dipendente nel privato sta diventando un’utopia come è diventato già da anni un utopia nel settore pubblico. Perché tutto questo? La colpa la diamo ai politici ed ai governi che non fanno nulla, si questo è in parte vero, ma non solo loro hanno la colpa, la colpa è anche di tutti quanti noi e dell’egoismo delle imprese e delle banche.
Iniziamo a parlare proprio dell’egoismo di quest’ultime. Dell’egoismo delle banche ormai tutti sappiamo, qual è davvero la loro funzione finanziaria, ed è inutile soffermarci  visto che ne ho già parlato in questo post Crisi, Banche, Tassi e Mutui, perciò in quest’altro meglio parlare dell’egoismo delle grandi imprese che pensano solo ai loro profitti.
Il mondo è cambiato, il modo di fare mercato è cambiato, con la globalizzazione la concorrenza è spietata. Ormai tutti elogiano la crescita cinese, ma anche altri pesi che un tempo erano considerati poveri stanno crescendo, quali Russia, India, Indonesia ed i paesi sudamericani. Mentre dove fino a qualche tempo fa si stava bene ed ora si incomincia a stare male, sono l’Europa Occidentale e gli USA, quest’ultimi però sembrano già uscirne fuori visto che sono stati così furbi di spostare e scaricare la crisi economica e finanziaria in Europa. Tutto questo causa la mancanza di lavoro in Europa, perché le grandi aziende multinazionali, automobilistiche, dell’elettronica, ecc…, preferiscono spostare ed insediare i loro stabilimenti in questi paesi in via di sviluppo, per produrre i loro prodotti al minor costo possibile, considerando il basso costo del lavoro in questi luoghi, inteso sia come tasse governative da pagare sia come stipendio per i lavoratori. Sempre queste multinazionali, mantengono in Europa solo invece ed esclusivamente le sedi per le loro attività amministrative, pubblicitarie e di vendita. In poche parole producono prodotti nelle nazioni un tempo povere, e vengono a venderli in Europa, guadagnando su ogni prodotto anche il 500% rispetto al costo di produzione. Basta vedere quanti e quali prodotti sono in Made in Cina, come tutti voi avete avuto modo di notare, anche di note aziende importanti. L’esempio degli esempi è l’Iphone, l’Ipad ed altri prodotti tutti di qualità su questo non ci piove, dell’Apple Incorporation notissima società statunitense, però prodotti come sapete nella Repubblica Popolare Cinese, e poi venduti in USA, Europa e nelle altri parti del mondo. Sappiamo il loro notevole costo,  c’è gente, anche chi non guadagna molto, che spende davvero quelle cifre per averlo, ma chi sa effettivamente quant’è il costo di produzione considerando dove viene prodotto? E’ solo un esempio ma c’è ne sono molti altri.
Ovvio che così, sia noi che compriamo a caro prezzo questi prodotti, sia le persone che in questi paesi lavorano molte ore al giorno con paghe ridicole per produrli, a volte anche in condizione lavorative davvero assurde, come più volte sentiamo in TV o in radio, o leggiamo su giornali o su internet, facciamo il gioco di queste multinazionali.
Tutto questo provoca da noi un aumento della disoccupazione mentre “lì” in quei paesi un aumento dell’occupazione, o meglio un aumento dello ”sfruttamento” del lavoro inteso come schiavitù <e non come onore o orgoglio>! Così per “questi” è troppo facile arricchirsi facendo lavorare le persone come schiavi a basso costo per poi venderci i loro prodotti a noi ad alto costo. Se poi anche aziende medie seguono l’esempio di queste multinazionali e vanno via, allora la frittata è fatta ed il problema del lavoro non si risolve più!


Dite la vostra!
Per Cambiare la Nostra Italia e non solo......
Roberto 

martedì 23 aprile 2013

Ecco finalmente abbiamo il nostro Presidente della Repubblica Italiana

Dopo tanto autolesionismo del centro sinistra, con la testardaggine di volere ha tutti i costi un Presidente della Repubblica solo da loro indicato la settimana scorsa, che ha causato l’incredibile flop e disastro del PD, con tutto ciò che ne è derivato, per poi cercare di salvare ciò che rimaneva da salvare, così in accordo con il PDL e la Lista Civica finalmente sono giunti ad un compromesso rieleggendo come Presidente della Repubblica, per la prima volta nella storia del nostro pese il Presidente uscente, Giorgio Napolitano. Realmente ancora non sappiamo se è una “grande intesa” davvero e finalmente per fare le cose necessarie è subito per il paese Italia, oppure, speriamo di no, l’ennesimo inciucio, è questo si vedrà subito dalla nomina del Presidente del Consiglio ed i Ministri del Governo.
Una cosa è comunque da ammirare, la decisione di Giorgio Napolitano di accettare, se si pensa che lui stesso nei giorni scorsi, ma anche nelle settimane e nei mesi scorsi aveva sempre ribadito di no ad una sua possibile rielezione di nuovo a Presidente della Repubblica. Ha di certo dimostrato un grande senso di appartenenza allo Stato, aveva finito il suo mandato e poteva uscire di scena senza prendersi la responsabilità della situazione attuale, invece con grande coraggio è salito di nuovo sulla barca Italia che sembra affondare per traccheggiarla e cercarla di portarla in salvo.
Io stesso in un posto precedente  I giorni passano... ed i politici dormono... credevo che con la nomina dei 10 saggi, il Presidente della Repubblica volesse prendere tempo fino ad arrivare alla fine del mandato, invece ha dimostrato, accettando la rinomina a presiedere di nuovo il Quirinale un grande “coraggio” mettendoci la faccia lui prima di tutti, e speriamo che faranno altrettanto gli esponenti dei maggiori partiti politici.
Un'altra cosa da dire, che se si è davvero giunti al momento di una “Grande Intesa” tra le maggiori coalizioni politiche, lo si deve anche alla scesa in campo ed al  comportamento del Movimento a 5 Stelle, che pur non volendo partecipare a questa intesa nel bene del paese, è stato però il suo atteggiamento a portare ha tutto questo, mettendo fine, almeno sembra, alla “guerra” tra PD e PDL, sempre e ribadisco, speriamo di no, che questa intesa alla fine non si rileva appunto l’ennesimo “inciucio”.
Finalmente come la Chiesa il mese scorso ha avuto il suo “papa” Francesco, l’Italia il mese dopo ha avuto il suo “papà” Giorgio Napolitano, che spero bacchetterà come si deve questi politici, per portare equità, giustizia e trasparenza nella nostra martoriata società italiana.

PS: x PD + PDL
E' l'ultima occasione che avete, non utilizzatela per "salvarvi" ancora una volta, ma
utilizzatela  per fare davvero le cose "giuste", non ci saranno più altre occasioni per voi

Dite la vostra!

Per Cambiare la Nostra Italia

Roberto 

mercoledì 17 aprile 2013

Ecco le cose che non funzionano in Italia - Pensioni

Facciamo un punto su quale siano le cose che non vanno in Italia, sappiamo che sono molte, e se non si vogliono risolvere allora non risolveremo mai nulla. Una delle tante cose che non funzioano in Italia sono le pensioni, nodo cruciale per ogni legislatura che si è succeduta, di destra o di sinistra, o di centro. Infatti negli ultimi 20 anni non c’è stato governo che non abbia messo mani alla riforma delle pensioni. Qui non voglio parlare di queste riforme, anche perché non è mia competenza, ma voglio solo dire la mia, perché ogni volta che si fa una riforma sulle pensioni, come l’ultima fatta del governo tecnico di Monti, ha riguardato solo quella sui lavoratori italiani, mentre non si è fatta nessuna riforma sulle pensioni che percepiscono i politici? Come mai? E’ di questo che voglio parlarvi.
Come tutti sapete, è come avete potuto leggere sui giornali e su internet, o ascoltato in TV, nelle ultime elezioni politiche di febbraio scorso, ci sono stati personaggi politici illustri “bocciati” nel voto ma “promossi” nel portafoglio. Il più illustre di questi certamente è Gianfranco Fini, ex presidente della Camera, che sarà pure stato bocciato, ma che avrà una liquidazione di 260.000 euro ed una pensione di 6.200 euro netti al mese. Altro nome di spicco è Franco Marini che avrà una liquidazione di 188.000 euro ed una pensione di 5.300 euro netti al mese, ed in più per lui si parla pure della sua possibile elezione a Presidente della Repubblica nelle elezioni di domani quale successore di Giorgio Napolitano, <usciti dalla finestra lì si da la possibilità di rientrare dalla porta>. Infine, non per ultimo perchè ce ne sono altri, non si può non dimenticare l’ex PM Antonio Di Pietro, anche se la sua vita politica non è stata troppo lunga, che percepirà comunque 60.000 euro di liquidazione ed una pensione di 4.300 euro netti al mese.
Ma il “pensionato d’oro” è Giuliano Amato che già percepisce una pensione di oltre 31.000 euro al mese, di cui 22.000 euro di pensione Inpdap e 9.000 euro di vitalizio parlamentare che lo stesso Giuliano Amato sostiene di devolvere tutto in beneficenza, mentre afferma che la sua pensione mensile netta è poco più di 11.000 euro, comunque sempre tanti sono lo stesso. Inoltre come Franco Marini anche Giuliano Amato è pure uno dei possibili canditati a Presidente della Repubblica sempre nelle elezioni di domani giovedì 18 aprile 2013, quando si dice <piove sempre sul bagnato>.  
Perché scrivo queste cose? Perché se si pensa le pensioni che percepiscono i “comuni mortali”, i nostri genitori e nonni rispetto chi sta al “vertice della piramide” è davvero ridicolo!
Ci sono parecchi anziani che percepiscono poco più di 500 euro al mese, e facendo i conti, a fine anno questi anziani percepiscono quanto o poco più della pensione che l’ex onorevole Gianfranco Fini percepisce in un mese. Non voglio fare i conti poi con la pensione mensile che percepisce Giuliano Amato che equivale al valore di un reddito e mezzo che prende in un intero anno un lavoratore dipendente medio.
Si vero, questi politici saranno in gamba, avranno fatto sacrifici, saranno stressati. Però è pure vero che un contadino, un bracciante agricolo, o qualsiasi altro lavoratore della terra, che è andato nei campi per quarant’anni già in giovane età, alzandosi alle 4.00-5.00 di ogni mattina, con il caldo ed il freddo, con il bel tempo ed il brutto tempo, per lavorare i campi, e ritornare la sera tardi giusto il tempo per mangiare e per andare a dormire, per poi di nuovo alzarsi di nuovo la mattina per riprendere la routine quotidiana, non è giusto che deve andare in pensione a 65 anni ed oltre se ha già maturato i suoi 40 anni di contributi, di una vita di sacrificio fisico ma nello stesso tempo mentale, ed in più con la beffa di prendere una pensione mensile al limite della sopravvivenza.
Ho fatto l’esempio di un lavoratore agricolo, ma lo stesso si può dire di un muratore, costretto a salire su impalcature ad altezze da capogiro, rischiando la vita per uno stipendio non all’altezza del lavoro che fanno, e successivamente per percepire una pensione che non gratifica il lavoro svolto. Stesso discorso si può dire per i metalmeccanici, ed altri operai ed operatori che svolgono lavori usuranti ed allo stesso tempo stressanti fisicamente e mentalmente.
Ed i politici hanno fatto queste riforme negli anni passati con la scusa che la vita media delle persone si era allungata. Ma quale vita media? Loro forse, se a 70, 80 e 90 anni sono ancora lì ad arricchirsi alle nostre spalle, come potranno mai usurarsi? Con il lavoro che fanno? 
Guardate invece molti contadini, muratori ed operai che fanno lavori duri davvero, che sulla carta d’identità risultano giovani, ma poi realmente dall’aspetto fisico che presentano sono molto molto più vecchi causa il logorio del lavoro che svolgono. Queste persone lì mandiamo in pensione a oltre 65 anni? Ma come fanno allo stesso tempo a “zappare” la terra e sorreggere il bastone per rimanere in piedi? Ma stiamo scherzando?  
E’ se pur fosse vero che si sia allungata la vita media, ma per lavorare? O per godersi un po’ di tranquillità e relax, senza più affanni, dopo tanti anni di lavoro?
Mica abbiamo tutti la fortuna di essere politici, di vivere 100 anni e guadagnare 15-20-30 mila euro al mese di stipendio, e poi oltre 5 mila euro al mese di pensione!

Una mia considerazione finale per chiudere il discorso sul sistema pensionistico, a me sembra che sia a base “piramidale” come il network marketing, però se viene a mancare la base, come sta succedendo, prima o poi crolla la "piramide".

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Per Cambiare la Nostra Italia

Roberto 

giovedì 11 aprile 2013

Fiscal Compact ”Una politica di austerity che arricchisce i ricchi ed impoverisce i poveri”

Il Fiscal Compact o Patto di bilancio europeo, detto anche Patto Fiscale o Trattato di Stabilità, attuato è voluto dall’Unione Europea, contiene una serie di regole che prevedono, per i paesi contraenti, secondo i parametri di Maastricht, l'inserimento in Costituzione dell'obbligo di perseguire il pareggio di bilancio, l'obbligo per tutti i paesi di non superare la soglia di deficit strutturale superiore allo 0,5% (e superiore all'1% per i paesi con debito pubblico inferiore al 60% del Pil), oltre a imporre una significativa riduzione del debito al ritmo di un ventesimo (5%) all'anno, fino al rapporto del 60% sul Pil nell'arco di un ventennio (definizione da Wikipedia).  

Ma nonostante la colpa della crisi europea sia dovuta all’avidità dei mercati finanziari e non hai cittadini europei, con il Fiscal Compact imposto dalla Commissione Europea in questo modo, ed in particolar modo dalla Germania di Angela Merkel, si consente appunto ai “grandi manovratori” finanziari di speculare contro i debiti pubblici, facendo imporre tassi d’interesse esorbitanti ai paesi che si dicono in difficoltà quali la Grecia, il Portogallo, l’Irlanda, la Spagna, l’Italia e la Francia in primis, “manovrando lo spread”, in modo tale da condizionare le politiche economiche di questi paesi, cioè dettare indirettamente provvedimenti da adottare.

Alla fine i provvedimenti adottati, seguendo il principio del Patto di bilancio, hanno ulteriormente peggiorato la già critica situazione economica, con blocco di quasi tutti i pagamenti della pubblica amministrazione verso le aziende creditrici, con conseguente difficolta per quest’ultime a poter continuare la loro attività, causa anche dalla difficoltà e dall'impossibilità a ricevere prestiti dalle banche, impegnati nei loro "affari" per l’acquisto dei titoli di stato, prodotti derivati ed in altre operazioni finanziarie poco chiare, costringendò così molte di queste aziende a chiudere. 

Inoltre sempre causa del Patto Fiscale, si è avuta una riduzione notevole del trasferimento di denaro alle regione, provincie e comuni, con conseguente decadenza di diversi servizi pubblici.
Esempio, basta vedere come sono ridotte molte strade comunali, provinciali e statali che non hanno più manutenzione, strade piene di buche, avvallamenti ed interruzioni, e gli enti che con la scusa della mancanza di soldi per effetto del patto fiscale, non provvedono alla loro sistemazione, alla faccia della “sicurezza stradale” se poi qualche macchina soprattutto di sera e con la pioggia finisce in qualche buca e va fuori strada o ancora peggio può provocare un incidente più grave che può coinvolgere altre auto o persone a piedi. Il paradosso è, che poi capita che ti fanno anche le multe se non funziona un faro o non allacci la cintura di in"sicurezza".
Ma la sicurezza stradale dipende sia dal comportamento dell’automobilista durante la guida e sia dalle condizioni delle strade,  quindi preoccupandosi solo degli automobilisti ma non del manto stradale, le multe vengono fatte per la sicurezza delle casse dello Stato e dei comuni.
E’ chi paga? Ovviamente sempre noi!
Si vede che il detto di una famosa parabola <si riesce a vedere il fuscello nell'occhio del prossimo e non ci si accorge che si ha un trave nel proprio occhio> non è servito a nulla.

Ulteriori danni del Patto di Stabilità si è avuto anche nel pubblico impiego, dove dipendenti pubblici che il più delle volte lavorano in condizioni ridicole, che oltre aver visto ridotto i loro redditi, per la mancanza di risorse, capita a volte, sempre a causa  della mancanza di denaro, che manca anche il necessario per le attività ordinarie che devono svolgere, come la carta per la stampa, i toner, cartucce, ed altre piccole cose di cancellerie che costano anche poco, ma non solo..... il colmo che spesso anche le condizioni igieniche vengono meno, infatti spesso capita che manca addirittura anche la carta igienica nei bagni, sapone e tovagliolini di carte per asciugarsi le mani, ecc….
Ma per fortuna ci sono dipendenti pubblici che pur di lavorare provvedono a comprarsi da se almeno il necessario per la propria attività.

Possiamo quindi riassumere e dare un nuovo significato al Fiscal Compact, che difatti non è altro che una politica di austerity che colpisce la spesa pubblica e le condizioni sociali di un paese, in poche parole arricchisce ulteriormente i ricchi ed impoverisce ulteriormente i poveri.

Speriamo bene almeno nell’ultimo provvedimento, finalmente, adottato dal governo attuale ed uscente di Monti nei giorni scorsi, ma che si poteva e doveva fare nei mesi precedenti, con cui si provvede allo sblocco dei primi 20 miliardi di euro quest’anno e gli altri 20 miliardi di euro nel 2014, per il pagamento dei debiti dello Stato nei confronti delle imprese, che non sia arrivato troppo tardi nel limitare i danni ormai già fatti nei mesi ed anni precedenti.

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Per Cambiare la Nostra Italia

Roberto 

lunedì 8 aprile 2013

I giorni passano... ed i politici dormono...

Dopo una breve pausa dove sono ritornato a parlare ed a confermare la "non" regolarità dei casinò online, dopo l'ennesima "fregatura" (Aggiornamento altre “fregatura” Casinò Online – Gioco di Affari Tuoi), riprendo in questo mese di aprile con questo nuovo post a riparlare di politica ed ha che punto siamo con il nuovo governo o meglio non governo.

Sono passati ormai più di 40 giorni dalle Elezioni Politiche del 24 febbraio scorso, e come sapete tutti e com'era prevedibile,  tutt'oggi non c’è ancora nessun governo dopo il tentativo di Bersani di trovare un accordo con il movimento a 5 stelle, ma niente di fatto.

Così il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, non trovando via di uscita allo stallo attuale della politica, ha deciso di nominare 10 saggi che dovrebbero sondare i punti comuni che possono avvicinare le varie fazioni politiche e le riforme e provvedimenti urgenti da fare subito, ma che forse realmente serve solo a prendere tempo ed a rinviare il problema ad altri.

Intanto quindi il governo che rimane in carica è ancora quello tecnico di Monti.

Può darsi che con il governo Monti l'immagine e la credibilità dell’Italia sia migliorata, ma io credo che per gli altri paesi esteri della credibilità della nostra Italia non gli può fregar di meno, l'importante che il nostro paese applichi le disposizioni che gli vengono imposte dall'unione europea, affinché paghi il suo debito, che contrariamente ai sacrifici chiesti ai cittadini italiani ha continuato ad aumentare per tutto il 2012, peggiorando di fatto la già difficile situazione economica.

Ancora una volta, come succede spesso nella vita, si è dato più importanza all’esteticità ed all’apparenza esterna più che alla sostanza ed al contenuto per cercare di porre freno alla decadenza economica del paese.

Infatti, appunto con il governo attualmente ancora in carica, può darsi che l’immagine dell’Italia agli occhi degli altri paesi europei ed internazionali sia migliorata, con diminuzione dello spread, però non si sa  a che è servito se poi la recessione economica italiana è continuata a peggiorare, con caduta dei consumi anche quelli di prima necessità, perdita potere di acquisto dei redditi, chiusura di migliaia di aziende piccole e medie nell’ultimo anno, con conseguentemente aumento della disoccupazione, infatti dalle ultime stime risulta che c'è stato Oltre 1 milione di licenziati nel 2012.

Tutto questo per fare cosa? Rispettare il Fiscal Compact? Il cosiddetto Patto di Stabilità Europeo?

Ma che cos’è il Fiscal Compact?

Ecco cos'è il Fiscal Compact



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Per Cambiare la Nostra Italia

Roberto